Napoli torna centrale nell'azione di governo. I fondi sono stati stanziati per 20 anni e saranno elargiti in base agli obiettivi raggiunti
Presenti le principali autorità istituzionali, dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, agli assessori e consiglieri comunali. Il Procuratore capo Giovanni Melillo, il questore Giuliano, i vertici di Carabinieri e guardia di Finanza. I rettori delle università cittadine. C’è persino un alto esponente della Diocesi. Tutti per assistere alla firma del ‘Patto per Napoli’ tra il Sindaco Gaetano Manfredi e il Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Draghi e Manfredi firmano il patto per Napoli
Si tratta di 1.2 miliardi di euro spalmati in 20 anni ed elargiti rispetto agli obiettivi ottenuti. Una somma destinata alle casse vuote di un comune che ha rischiato più volte il dissesto. Una norma voluta dal governo nazionale e principio per il quale Manfredi ha basato la propria candidatura. La legge è destinata a tutte le grandi città che negli ultimi anni hanno avuto gravi problemi finanziari.
Il patto
I soldi in arrivo dovrebbero consentire al Sindaco di rimettere in moto l’intera macchina amministrativa. Sia da un punto di vista delle risorse umane che da quello degli strumenti digitali. Danaro che servirà a ristrutturare e fare ripartire i principali servizi pubblici (il decoro urbano,i trasporti, i rifiuti, le strutture, ecc.ecc.), oltre che a stanziare progetti strategici per quei settori nevralgici per la città (la cultura, l’agroalimentare, il porto, le piccole e medie imprese, il turismo, i giovani). L’iniziativa ha anche un valore simbolico: Napoli è tornata centrale nell’azione di governo.