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E CHE T’O DIC’ A FA’ – Il social dello scuorno: mo basta!

Il social dello scuorno. Il nuovo articolo di Gennaro Calvano per la sua rubrica pubblicata ogni settimana su Vocedinapoli.it

In principio era un social network dedicato agli adolescenti. L’obiettivo degli sviluppatori era creare una piattaforma che incorporasse musica e video. Poi, come spesso accade, i grandi con la loro protervia se ne sono impadroniti, trasformandolo in qualcosa di diverso. Penso abbiate capito che mi sto riferendo a Tik Tok, il social cinese che ha superato il miliardo di utenti in tutto il mondo. Questa breve premessa è utile ad analizzare ciò che nell’hinterland napoletano sta accadendo. Personaggi dalla dubbia moralità inneggianti a faide, violenza, illegalità divenute vere e proprie star del web. Ormai nota alle cronache la rissa avvenuta negli studi televisivi, qualche giorno fa, di una emittente locale proprio tra alcuni di questi soggetti.

Il social dello scuorno

Per farla breve si potrebbe buttare la croce su qualcuno dei protagonisti oscurandone i profili, rei di creare video diseducativi e violenti, ma volendo scavare ancor più nel profondo, analizzando nelle pieghe di questo fenomeno mi sono accorto che i filmati in questione ricevono migliaia di visualizzazioni quotidianamente. Dietro ad ogni visualizzazione c’è una persona, quindi migliaia di persone attratte per i più disparati motivi da questi contenuti. E come se non bastasse, provando a fare un ulteriore sforzo nell’analisi del fenomeno, ho notato che i video in esame ricevono anche migliaia di cuoricini.

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Ebbene cari amici udite udite, dietro ad ogni cuoricino c’è una persona che non solo osserva quel prodotto bensì lo approva, lo ammira, si riconosce in esso. Ed è qui che subentra lo scuorno, un sentimento che letteralmente potremmo tradurre con vergogna, se non fosse che quest’ultima la si può vivere anche in forma privata, mentre lo scuorno no! è pubblico, proprio quello che sta accadendo sul social cinese: Ce stanno metten ‘o scuorno ‘nfaccia pubblicamente, anche e soprattutto grazie a voi. Si perché parafrasando la costituzione, la sovranità appartiene al pubblico, il quale attraverso un clic decide ciò che vive e ciò che invece non esiste.

Il social dello scuorno: la colpa è tua

Per questo mi rivolgo a te, utente medio di Tik Tok probabilmente non ti starai rendendo conto che dietro ogni tua risata, ogni tuo like, ogni condivisione, questi personaggi acquisiscono popolarità e vengono trasmessi più degli altri ma a farne le spese è l’immagine che la città di Napoli recapita al resto d’Italia. Perciò se non ti riconosci in ciò che vedi togli il segui, evita le condivisioni e cambia canale, napoletanamente parlando: pass annanz!

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Il social dello scuorno