Domani comincia la due giorni di Di Meo Brothers, Generoso e Roberto, genius loci, imprenditori di pregiato vino irpino, che si affidano al loro radar che non mente mai. Il calendario dell’Associazione “Vini ad arte”, un ‘eccellenza made in sud che ci rende orgogliosi. E che celebre il mondo della cultura firmato dal maestro Massimo Listri, il numero uno al mondo.
Formula sempre vincente quella del happening itinerante nelle capitali più belle: da Londra, Parigi, New York, Mosca, Madrid, Vienna, Belgrado, Lisbona…si arriva a Torino. Come Napoli, una città da vedere con il naso all’insù, come suggerisce Eugenio Buffa di Perrero, un raffinato e colto torinese, e si scoprirà il cuore barocco della città, tra letteratura e leggenda, attraverso le memorie di personaggi famosi che scelsero Torino come palcoscenico delle loro vite. Ponzio Pilato che, secondo la tradizione, si fermò qui quando fu esiliato nelle Gallie; l’affascinante Teodolinda, che sposò il duca Agilufo…e ancora, la magnificenza della corte sabauda, gli amori sfortunati dello scrittore Vittorio Alfieri, sino al soggiorno del filosofo Friedrich Nietzsche.
Maurizio de Giovanni, Mario Martone, Alessandro Barbero, Angela Tecce sono solo alcuni dei nomi di personaggi illustri del mondo della cultura che hanno dato il loro contribuito al Calendario Di Meo. Pagina dopo pagina è possibile ammirare luoghi emblematici di Torino scattate da Massimo Listri: dalla Palazzina da caccia di Stupinigi al Castello del Valentino, dalla Sala del Senato di Palazzo Madama alla Cappella della Sacra Sindone e il Castello di Racconigi.
A dare spessore al progetto i testi di illustri studiosi e di personaggi del mondo della cultura. Gran ballo alla Reggia sabauda di Venaria ispirato alla tradizione della caccia. Il primo evento in presenza per ritornare a respirare aria di normalità post-Covid. L’anno scorso, la tappa fiorentina fu annullata.
L’indomani “brunch” alle OGR (Officine Grandi Riparazioni). Le OGR sono un maestoso complesso industriale di fine Ottocento nel cuore di Torino, dove venivano riparati i treni a vapore ed elettrici. Dopo la chiusura, avvenuta nei primi anni ‘90, la Fondazione CRT ha trasformato questi edifici in un nuovo centro di creatività, innovazione tecnologica e cultura.
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