Il dramma di Ciro Esposito. È stato trasferito a Spoleto ed è uno di coloro che ha denunciato le violenze. Le parole della moglie Flavia
È uno dei detenuti vittima delle terribile violenze avvenute all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere quel maledetto 6 aprile del 2020. È anche uno di quei detenuti che insieme alla moglie ha denunciato la mattanza.
La consorte avrebbe anche ricevuto pressioni affinché la denuncia fosse ritirata. Oggi Ciro Esposito, 43enne napoletano con problemi psicofisici, sta vivendo l’ennesimo incubo dietro le sbarre. A parlarne a Il Riformista, la moglie Flavia Aversano.
Il dramma di Ciro Esposito
“Passano i giorni e ancora il carcere non porta Ciro in ospedale per togliergli le lamette da dentro al corpo. Ora si sono sparse in vari organi e la situazione va sempre peggio. Rischia la vita. Ora ne ha ingerite 7 durante una crisi. Si è tagliato tutto il braccio e sta male. Non so più cosa devo fare. Dal carcere non sembrano avere intenzione di portarlo in ospedale.
Io sono preoccupatissima perché conosco mio marito e so che può fare qualche sciocchezza. L’ho sentito al telefono in videochiamata e la situazione mi sembra peggiorare ancora. È dimagrito tantissimo e continua a perdere peso. Sta male, mentalmente e fisicamente. Di questo passo rischia un’infezione severa e credo che avendo ingerito le lamette 20 giorni fa a questo punto sarà necessario un intervento chirurgico.
Mi ha detto che gli hanno aumentato le dosi degli psicofarmaci. Forse per tenerlo più calmo. Io faccio un appello al carcere con il cuore in mano: vi prego portatelo in ospedale, non deve morire, salvatelo”. E cresce la paura che Ciro possa farsi del male anche da solo come ha annunciato in una lettera inviata qualche settimana fa in cui minacciava di suicidarsi se non lo avessero avvicinato a casa.
Poi mi chiedo, come mai il carcere gli dà queste lamette sapendo che Ciro sta in un periodo molto critico psicologicamente? Come lo assistono nel fargli prendere gli psicofarmaci, e non vanno via finchè lui non li ha ingeriti, perché quando gli portano le lamette per farsi la barba non aspettano che se la faccia per controllare che non le ingerisca? Che poi mio marito la barba ce l’ha, non se la rade. Se la può accorciare ma serve un rasoio. Come fa a procurarsi queste lamette?“.
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“L’ho trovato molto dimagrito, invecchiato, si muoveva lentamente. Parlava piano e aveva difficoltà anche a rispondere alle mie domande. Ma la situazione che più mi preoccupa sono quelle lamette nel suo corpo. Ancora non è stato previsto nessun intervento per togliergliele.
Non so se stia prendendo gli stessi farmaci ma sicuramente non l’ho trovato bene. Gli hanno fatto una tac e hanno visto che queste lamette sono ora in posizioni diverse. È assurdo che non ci sia in programma un modo per rimuoverle“.
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