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Tragedia a Capri: Emanuele non è morto per un malore, l’autopsia rivela la causa del decesso

Non ha fine la tragedia derivata dall’incidente avvenuto giovedì a Capri, dove un minibus di linea è precipitato per diversi metri a Marina Grande, abbattendo una ringhiera e cadendo nei pressi delle cabine di un noto stabilimento balneare che si trovava proprio al di sotto del luogo del dramma.

Emanuele Melillo morto nella tragedia di Capri: l’autopsia

Unica vittima dell’incidente è stato il 33enne Emanuele Melillo. Era l’autista del minibus della società Azienda Trasporti Campania. Era di Napoli e ogni giorno, da pendolare, andava a Capri per lavorare. Era già padre di un figlio avuto da una precedente relazione e da poche settimane la nuova compagna aspettava il secondo figlio.

Nei primissimi momenti si è diffusa l’idea di un malore come causa del decesso e quindi dello schianto.  “Dagli accertamenti eseguiti oggi è emerso che le cause del decesso sarebbero riconducibili a ‘lesioni multiple agli organi toraco-addominali‘: al momento, quindi, sembrerebbe escluso che il decesso sia stato causato da un malore o da una patologia”. A chiarirlo Giovanna Cacciapuoti, legale della famiglia della vittima. Ad ogni modo, come spiega l’avvocato, “bisogna attendere l’esito degli esami istologici al cuore e al cervello, e di quello tossicologico, per avere un quadro più chiaro”.

L’autopsia si è svolta dalle 13 alle 15 circa di oggi nel Secondo Policlinico di Napoli, svolta dal medico legale Marta Moccia alla presenza del consulente di parte, il dottor Francesco Paciolla. La salma di Melillo non sarà restituita per il momento alla famiglia.

raccolta fondi emanuele melillo