La famiglia del 41enne ucciso lo scorso 23 maggio commenta la condanna al termine dell'udienza
La Prima sessione di Corte d’Assise, presidiata dalla dottoressa Annunziata, ha pronunciato oggi la sentenza del processo per l’omicidio di Patrizio Falcone, ucciso lo scorso 23 maggio con una pugnalata al petto nel quartiere Marianella. Mauro Severino, autore dell’omicidio, è stato condannato a 24 anni di carcere. Non è stata considerata, dunque, l’aggravante della crudeltà, come invece era stato richiesto dai legali della famiglia della vittima.
Presenti in aula, oltre alla moglie di Patrizio Falcone, Anna Gaeta, la madre, Carmela Ruggieri, tutti i fratelli e le sorelle Ida, Barbara, Vittorio, Giuseppe, Lucia e Pierpaolo Falcone. C’era anche il figlio più grande Francesco, che ha assistito all’omicidio del padre. All’esterno del tribunale c’era anche una delegazione di familiari della vittima che ha invocato a gran voce “Giustizia per Patrizio Falcone”. Hanno assistito all’udienza anche ‘assessora del comune di Napoli Alessandra Clemente in rappresentanza dell’Amministrazione costituita parte civile, insieme alla Fondazione Polis, nel processo penale a carico del responsabile dell’omicidio.
La famiglia di Patrizio Falcone ora attende la deposizioni delle motivazioni. I familiari, infatti, si aspettavano una pena più dura che considerasse la gravità con la quale è stato commesso il crimine. “Il Signor Severino quel giorno è uscito con un coltello – spiega Ida Falcone, sorella della vittima, a Vocedinapoli.it – una persona che vuole solo discutere non esce di casa armata. Speravamo che venisse considerata la crudeltà con la quale ha ucciso mio fratello a sangue freddo e non è andata così”.
La famiglia di Patrizio Falcone preferisce non esprimersi su quelle che saranno le prossime scelte processuali. Al termine di un’udienza che non è stata facile per tutti i familiari che hanno assistito, resta il grande dolore di una perdita brutale. “Noi non rivedremo più Patrizio – continua Ida Falcone – non riceveremo più sue telefonate. La moglie non riabbraccerà il marito, mia madre non vedrà più il figlio, i miei nipoti non potranno parlare con il padre. Ci ha levato tutto. Noi volevamo l’ergastolo, lo stesso che lui ha dato a noi. Noi vogliamo giustizia, solo giustizia, nessuna vendetta”.