Presente in aula tutta la famiglia della vittima, sentito anche l'imputato Mauro Sevrino. Il Comune di Napoli pronto per una commemorazione
Si è tenuta la terza udienza dinanzi alla Corte d’Assise di Napoli per l’omicidio di Patrizio Falcone, ucciso da un vicino di casa lo scorso 23 maggio nel quartiere Marianella. Per la sua morte è stato arrestato Mauro Sevrino, attualmente in carcere.
La testimonianza della moglie di Patrizio Falcone
Ascoltati come testimoni nel corso del processo, il medico legale, il datore di lavoro della vittima, Gennaro Tortora, il presidente della sezione territoriale della Protezione Civile di cui fa parte il figlio maggiore Francesco, Davide D’Avanzo e la moglie di Patrizio Falcone, Anna Gaeta. E’ stata lei a prestare il primo soccorso al marito, dopo che è stato colpito con una pugnalata al cuore. Ha ripercorso i suoi ultimi istanti di vita, riportando anche quelle che sono state le parole da lui pronunciate prima di spirare: “Guarda i miei figli“.
Presente in aula tutta la famiglia di Patrizio: la madre, la sorella, il fratello e il figlio maggiore. “Non è stato facile riascoltare di nuovo tutto – racconta Ida, la sorella di Patrizio a Vocedinapoli.it – è come rivivere ogni giorno quel dramma, è una ferita che si riapre“. La madre della vittima, infatti, non è riuscita a trattenere le lacrime nel corso del dibattimento.
E’ stato poi ascoltato l’imputato Mauro Sevrino: “A noi non interessano le sue scuse – continua la sorella della vittima – del perdono che ha chiesto, ci sarà un Dio che lo perdonerà. A noi ci ha tolto la vita, le nostre vite non sono più le stesse“.
Ida Falcone nel corso dell’udienza ha preferito lasciare l’aula: “Vedere episodi di violenza del genere in televisione e poi viverli sulla tua pelle sono due cose ben distinte – prosegue Ida Falcone – riascoltare tutte quelle sciocchezze ci ha fatto male. Non ho resistito, sono dovuta uscire dall’aula per non arrabbiarmi“. Impossibile per la famiglia trovare conforto dinanzi a una simile tragedia. L’accusa chiede l’ergastolo con un periodo di isolamento per l’imputato, anche se la condanna non riporterà indietro Patrizio: “Alla fine avrà 20-30 anni o l’ergastolo – commenta Ida Falcone – ma l’ergastolo l’ha dato lui a noi uccidendo mio fratello“.
La prossima udienza dovrebbe tenersi tra l’11 e il 19 maggio, momento in cui saranno ascoltate le arringhe degli avvocati. Il 23 maggio, intanto, ci sarà l’anniversario della morte di Patrizio Falcone, sarà trascorso un anno da quel terribile giorno. Il Comune di Napoli – costituitosi parte civile nel processo assieme alla fondazione Polis – ha intenzione di organizzare una commemorazione in suo ricordo, affiggendo una targa proprio vicino al palazzo in cui viveva, dove oggi continua a vivere sua moglie con i due figli. In quel palazzo dove Patrizio è stato brutalmente ucciso per non dimenticare mai cosa è accaduto.