Apre a Napoli il museo del falso. Un progetto che spiega quanto il mercato parallelo sia un danno per tutti i commercianti onesti
Pataccari, falsari, taroccari… tremate. Se ne parlava da tempo, ma adesso è diventato realtà. Nasce il Museo del Vero e del Falso, progetto con cui si vuole puntare l’attenzione sul diffusissimo fenomeno della contraffazione e sui danni che causa alle imprese sane e al tessuto economico e produttivo di Napoli e della Campania.
Alcol alimentare etichettato con la marca di due tra quelli più comunemente usati per la preparazione di liquori fatti in casa, adulterato con sostanza per pulire le vernici, altamente tossico. E’ solo una delle ultime operazioni portata alla luce dalla Guardia della Finanza a San Giuseppe Vesuviano nell’hinterland di Napoli. Un’economia parallela e sotterranea che riguarda anche i settori dell’abbigliamento, dell’elettronica, giocattoli per bambini e prodotti sanitari.
Borse e accessori “patacche” che portano la firma delle griffe del made in Italy e solitamente vendute in mezzo alla strada dai vù compra. Ma anche mascherine e gel igienizzanti anti-covid dannose per la salute del consumatore. La filiera del malaffare controllata da organizzazioni criminali comprende riciclaggio di denaro provenienti da altre attività illecite, evasione fiscale, concorrenza sleale e elusione delle normative in materia di sicurezza degli ambienti di lavori.
Apre a Napoli il museo del falso
Il Museo è frutto di una convenzione tra la Camera di Commercio di Napoli e l’associazione Museo del Vero e del Falso. Due le sedi del Museo: la Borsa Merci di Napoli e la Stazione per l’Industria delle pelli a Pozzuoli.
Solo a Napoli, che tra altri primati ha anche quello di regno del “griffato più falso che ci sia, poteva partire il progetto pilota che tende a sensibilizzare il consumatore. Grazie alle tecnologie più avanzate si darà vita a laboratori didattici per coinvolgere il visitatore e invitarlo a riflettere sulle differenze in termini di qualità e sicurezza dei materiali e dei prodotti “taroccati” che saranno messi a disposizione dalla magistratura e dalla Guardia di Finanza.
L’esposizione permanente metterà a confronto prodotti e materiali originali e contraffatti con allestimenti interattivi con game didattici e filmati esplicativi.
In fondo è educativo anche distinguere una finta Hermes da una patacca.
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