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Da eroe a ‘criminale’, a Napoli basta una foto per linciare un medico: l’ultima di Borrelli

Un medico del San Giovanni Bosco immortalato, non si sa quando, in un momento di riposo. La situazione è sconosciuta ma scatta il linciaggio mediatico

Non si conosce la data in cui la foto è stata scattata. Non si sa chi l’abbia fatta e poi inoltrata sui social. Non si sa se il protagonista dell’immagine, un medico 59enne del San Giovanni Bosco, fosse o meno in servizio. Eppure già fioccano sentenze sul web.

Il caso è quello della fotografia, prontamente segnalata dal Consigliere Francesco Emilio Borrelli e ripresa da Il Mattino, che ha immortalato P.M., il dottore in questione, in un attimo di riposo all’interno del nosocomio napoletano.

Il professionista 59enne è seduto nella postazione chirurgica nell’area del pronto soccorso a valle del triage. Ha la testa poggiata al muro e sembrerebbe che dorma. Magari aveva solo chiuso un attimo gli occhi. Un modo come un altro per prendersi una piccola pausa, forse, durante – o alla fine – di uno dei tanti turni difficili al lavoro.

Abbiamo inviato una nota alla direzione sanitaria dell’ospedale della Doganella a cui sono arrivate diverse segnalazioni per verificare l’accaduto. Qualunque sia il motivo che portano quel sanitario ad addormentarsi, non è consentito dormire per la salvaguardia della salute dei cittadini. Non è la prima volta che segnaliamo una situazione simile, la sanità campana non può permettersi persone che non svolgono correttamente il proprio lavoro“, ha dichiarato il Consigliere regionale dei Verdi, Europa verde, Francesco Emilio Borrelli.

Questa l’accusa lanciata da Borrelli. Per carità su una cosa siamo d’accordo: il perseguire comportamenti illegali all’interno delle strutture sanitarie è un dovere. Mettere alla berlina un medico che magari ha famiglia è però tutt’un altro discorso, soprattutto se non ci sono prove certe a riguardo.

Così, dopo mesi che i nostri dottori e sanitari sono stati santificati per la lotta al coronavirus, è bastata una foto per sputare sentenze: “Fannullone“, “Buono a nulla“, “Ruba lo stipendio“, “Va subito licenziato“. Tutti i classici commenti provenienti dal Tribunale di Facebook quando gli si dà in pasto una vittima.

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Quell’immagine avverte coglie un attimo di stanchezza. Da seduti, tra altri colleghi e infermieri, si può anche poggiare la testa al muro per riposare gli occhi a fronte di turni in pronto soccorso che non lasciano tregua. Non dormivo: il sonno porta automaticamente a una caduta del tono muscolare e la testa non reggerebbe in quella posizione. È un attimo di stanchezza non un episodio di costume o peggio la rappresentazione della realtà professionale e lavorativa. Parlare di altro è fuori luogo, fuorviante e offensivo e mi riservo di difendere la mia professionalità nelle sedi opportune. Ho scelto per tutta la mia vita lavorativa di lavorare in presidi di frontiera andando ben oltre il mio dovere e gli orari fissati per garantire la salute dei cittadini. Stare su una sedia e appoggiare la testa al muro con gli occhi chiusi significa cogliere un momento che può essere letto anche in maniera non malevola. Così si crea invece astio nei confronti di medici e operatori da parte dell’utenza che non sa quello che ciascun di noi fa e in quali contesti di difficoltà“, ha detto – senza che fosse il caso di giustificarsi o difendersi da nessuna accusa rivoltagli dalla Direzione dell’ospedale – a Il Mattino P.M..

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