Guai per il cantante neomelodico napoletano, Aniello Imperato, in arte Nello Liberti. Per la sua canzone “O capoclan”, il cantante ha ricevuto una condanna ad 1 anno e 4 mesi di carcere. I giudici hanno interpretato questa canzone, un inno ai boss e alla mala vita.
Frasi che incitano alla malavita
Il videoclip della canzone mostra le immagini di una vita di stampo cammorristico e anche alcune frasi sono state ritenute troppo celebrative della figura del boss: “Il capo clan è un uomo serio, non è davvero cattivo”; “Lui ci rispetta e noi dobbiamo rispettarlo”, “Se ha sbagliato è stato per necessità”.
La canzone per il boss
Per i giudici il capoclan in questione era il boss Vincenzo Oliviero, fratello di Luigi, all’epoca reggente dei Birra-Icomino, che nel 2007 fu ucciso in un agguato di camorra. Secondo alcuni pentiti lo stesso Oliviero è stato l’autore del testo. L’intento del boss era quello di conquistare il rispetto negli ambinti della malavita di Ercolano e allo stesso tempo creare un inno che lo mitizzasse. Imperato non è il primo neomelodico ad essere condannato. Spesso l’ambiente neomelodico e quello della camorra viaggiano insieme.