L'omicidio avvenuto all'interno di un complesso edilizio popolare di Boscoreale. Era lo scorso febbraio. La vittima uccisa da un 17enne
In data 11 giugno 2020, in Boscoreale (in provincia di Napoli), i Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di Anna Basco, ritenuta responsabile, in concorso con il figlio minore – già detenuto per gli stessi fatti – dell’omicidio di Antonio Rivieccio, di anni 30, avvenuto in data 11 marzo 2020 in Boscoreale all’interno del complesso edilizio popolare denominato “Piano Napoli”.
Le indagini, coordinate da questa Procura della Repubblica, hanno consentito di accertare che il figlio della Basco, a seguito di una lite per futili motivi, aveva esploso tre colpi di arma da fuoco contro Antonio Rivieccio, cagionandone il decesso, su istigazione della madre, la quale, successivamente all’omicidio, aveva aiutato il figlio a disfarsi dell’arma, occultandola in luogo sconosciuto.
L’ indagata è stata associata alla Casa Circondariale femminile di Pozzuoli.
I FATTI –
Alla fine ha confessato e l’autorità giudiziaria ha convalidato un fermo nei suoi confronti. C’è attesa per l’accusa, ancora non è chiaro se sarà di omicidio volontario o preterintenzionale. Protagonista un 17enne. Un altro minore finito nella morsa dell’illegalità.
Una morsa che ha mietuto una vittima, Antonio Rivieccio 30 anni ucciso a Boscotrecase (località in provincia di Napoli) la scorsa settimana. Era la notte tra l’11 e il 12 marzo, siamo all’isolato 10 del Piano Napoli di via Settetermini.
Antonio era in compagnia della propria fidanzata. Forse una lite finita poi in modo tragico. Antonio è deceduto a causa dei colpi d’arma da fuoco esplosi dal suo assassino. Inutile la corsa in ospedale, dove il 30enne morirà poco dopo il suo arrivo.
Secondo quanto riportato da Il Mattino, gli inquirenti avrebbero ricostruito la dinamica dell’omicidio. L’assassino avrebbe gettato la pistola in un tratto del fiume Sarno dove la corrente è molto forte. Il 17enne si è presentato spontaneamente presso la caserma dei carabinieri di Torre Annunziata insieme al suo avvocato Alessandro Pignataro.
“Non volevo ucciderlo“, avrebbe confessato agli investigatori.