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Antonio, ucciso a colpi d’arma da fuoco. 17enne confessa: “Non volevo ammazzarlo”

Il 30enne è deceduto la scorsa settimana, in ospedale, nella notte tra l'11 e il 12 marzo. La svolta nelle indagini

Alla fine ha confessato e l’autorità giudiziaria ha convalidato un fermo nei suoi confronti. C’è attesa per l’accusa, ancora non è chiaro se sarà di omicidio volontario o preterintenzionale. Protagonista un 17enne. Un altro minore finito nella morsa dell’illegalità.

Una morsa che ha mietuto una vittima, Antonio Rivieccio 30 anni ucciso a Boscotrecase (località in provincia di Napoli) la scorsa settimana. Era la notte tra l’11 e il 12 marzo, siamo all’isolato 10 del Piano Napoli di via Settetermini.

Antonio era in compagnia della propria fidanzata. Forse una lite finita poi in modo tragico. Antonio è deceduto a causa dei colpi d’arma da fuoco esplosi dal suo assassino. Inutile la corsa in ospedale, dove il 30enne morirà poco dopo il suo arrivo.

Secondo quanto riportato da Il Mattino, gli inquirenti avrebbero ricostruito la dinamica dell’omicidio. L’assassino avrebbe gettato la pistola in un tratto del fiume Sarno dove la corrente è molto forte. Il 17enne si è presentato spontaneamente presso la caserma dei carabinieri di Torre Annunziata insieme al suo avvocato Alessandro Pignataro.

Non volevo ucciderlo“, avrebbe confessato agli investigatori.

IL DECESSO E L’AGGRESSIONE IN OSPEDALE –

Antonio Rivieccio, 30 anni originario di Torre del Greco (località vesuviana in provincia di Napoli) è stato ucciso ieri a Boscotrecase. Erano circa le 2 della scorsa notte, Antonio aveva ‘violato’ il coprifuoco imposto dal Governo a causa dell’emergenza targata coronavirus.

Il giovane si trovava all’isolato 10 del Piano Napoli di via Settetermini. Una zona dove si troverebbe una nota e florida piazza di spaccio. Antonio è li che ha perso la vita, per motivi ancora sconosciuti.

Secondo quanto riportato da Il Mattino, ci sono ancora molti lati oscuri che stanno caratterizzando questa vicenda rispetto ai quali gli inquirenti stanno tentando di riportare la luce. Nel fascicolo aperto per omicidio dal sostituto procuratore Alessandra Riccio, c’è scritto che:

sul luogo dell’agguato, gli esperti della scientifica hanno recuperato tre bossoli calibro 7,65. Un unico proiettile ha raggiunto Antonio tra l’inguine e la coscia, recidendogli l’aorta femorale, e causando in poco tempo il suo decesso, poi avvenuto verso le 4 presso l’ospedale di Boscotrecase.

Li si sono recati alcuni suoi parenti che una volta appresa la notizia avrebbero aggredito il personale medico. Sotto choc la sua fidanzata. Antonio ha alcuni precedenti per rapina ma nessuno che facesse pensare a suoi legami con la criminalità organizzata.

Questo avrebbe spinto gli investigatori a credere ad una cosa: il killer, forse, non voleva uccidere ma solo dare un avvertimento, una punizione. Solo che quest’ultima è finita in tragedia.

I FATTI –

Si torna a sparare alle falde del Vesuvio. Un giovane di 30 anni , secondo quanto riportato dall’agenzia Agi, è morto dissanguato, dopo essere stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco. E’ avvenuto nel Piano Napoli a Boscoreale.

Come si chiamava la vittima dell’agguato a Boscoreale

La vittima si chiamava Antonio Rivieccio ed era di Torre del Greco, si trovava in via Settembrini quando, intorno alle 02 di notte, è stato raggiunto dai due sicari. Sembrerebbe che i killer si siano avvicinati al trentenne mirando alle gambe, da qui l’ipotesi che forse non volevano ucciderlo. Uno dei colpi, però, ha centrato un’arteria all’inguine, provocando il dissanguamento che ha portato Rivieccio alla morte.

Inutile la corsa all’ospedale, è morto poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Sul posto sono intervenuto i carabinieri che hanno effettuato tutti i rileivi del caso per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.

Antonio, ucciso a colpi d'arma da fuoco. 17enne confessa: "Non volevo ammazzarlo"