Voce di Napoli | Navigazione

Lo Stato che non c’è ai Quartieri Spagnoli e il silenzio che vince su tutto

"Meglio che non dico nulla", "Preferisco non parlare", "Ho un'attività da tutelare". Alcune delle risposte di qualche commerciante della zona

Quello che è accaduto nella notte tra sabato e domenica notte ha cambiato in queste ultime ore la narrazione conosciuta dei Quartieri Spagnoli. Il reticolo di strade e viuzze site a metà tra il corso Vittorio Emanuelevia Toledo negli ultimi anni ha vissuto una nuova ed entusiasmante vita.

Non più luogo di delinquenza e violenza ma fulcro di tante energie e passioni che sono sbocciate grazie allo sviluppo del turismo. B&B, case vacanze, negozietti, locali per apertitivi, trattorie e pizzerie. Un vero e proprio boom che ha ‘colorato’ un territorio che si trova proprio nel cuore di Napoli.

Ma i fatti tragici dell’ultimo fine settimana hanno fatto ripiombare nel passato residenti e commercianti. Una vicenda giunta come ciliegina su una torta fatta di stese, commesse negli ultimi mesi tra i vicoli di Montecalvario e piazza Trieste e Trento.

Quando abbiamo deciso di fare un giro tra queste strade per capire l’atmosfera che si sta respirando, ci siamo trovati di fronte a tre tipologie di reazioni: “Posso capire che il ragazzino ha sbagliato ma il carabiniere se l’ha colpito alle spalle ha compiuto un’esecuzione“, “Il militare ha reagito ad un tentativo di violenza, le colpe sono della famiglia del 15enne“, “I Quartieri Spagnoli non sono solo violenza e criminalità ma anche tanta gente onesta“.

Abbiamo provato a riassumerle brevemente in tre periodi. Ma c’è stato anche chi non ha voluto esporsi o si è rifiutato di commentare l’accaduto. Tra loro qualche commerciante. Il motivo? Forse la paura. Probabilmente il timore di subire qualche ripercussione da persone coinvolte nei fatti o legate a chi sta vivendo questo dramma.

LEGGI ANCHE – Il pronto soccorso sfasciato dopo il decesso di Ugo

Preferisco non dire qualcosa che poi può essere fraintesa. Qua ci conosciamo un pò tutti. Così come in zona abitano forze dell’ordine, così ci abita anche altra gente poco tranquilla. E noi abbiamo un’attività commerciale da difendere“. In estrema sintesi è stata questa la giustificazione di chi ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali.

LEGGI ANCHE – La reazione del padre: “L’hanno ucciso, voglio giustizia”

Una risposta che abbiamo interpretato in un modo soltanto: è meglio non parlare perché non ci difende nessuno. Perché lo Stato non c’è, è assente in determinate zone della città. Luoghi abbandonati e che necessiterebbero di una vera e propria bonifica sociale. Invece, l’assenza di lavoro, l’inesistenza di altre opportunità e l’alto tasso di evasione scolastica restano le caratteristiche principali di molti quartieri. Elementi che non giustificano la violenza ma che ne preparano la strada.

LEGGI ANCHE – La ‘stesa‘ fuori la caserma Pastrengo

IL VIDEO: I COMMENTI DEI NAPOLETANI ALLA TRAGEDIA –

LEGGI ANCHE – Le reazioni dal quartiere: “Qui tante brave persone e lavoratori onesti”

Silenzio e omertà, lo Stato che non c'è ai Quartieri Spagnoli