Voce di Napoli | Navigazione

Carabinieri arrestati, Maresciallo seguito e filmato: il video con l’amante nella cassetta della posta

Il clan Puca aveva ricattato il Maresciallo Giuseppe Membrino che stava conducendo indagini contro il sodalizio criminale

L’indagine è scattata nel 2017, in seguito alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia Claudio Lamino. Gli investigatori hanno scoperto un ‘sistema’ criminale nel quale agiva il clan Puca con il supporto di alcuni carabinieri indagati per corruzione, abuso d’ufficio e rivelazione del segreto d’ufficio.

Lo scenario è quello del territorio di Sant’Antimo, località in provincia di Napoli dove è egemone il sodalizio guidato da Pasquale ‘o Minorenne, al momento detenuto al 41bis per altri reati. Come anticipato ieri dal Procuratore capo Giovanni Melillo c’è stata una vicenda molto importante che ha caratterizzato l’intero fatto di cronaca.

IL MARESCIALLO CHE DAVA FASTIDIO – Essa ha avuto come protagonista il Maresciallo Giovanni Membrino, ad oggi al comando della caserma di Trentola Ducenta, ma all’epoca in servizio proprio a Sant’Antimo. Il militare era un forte antagonista del clan Puca e ne contrastava con forza le azioni e la gestione delle attività illecite.

Per questo il sodalizio, con il sostegno dei ‘carabinieri infedeli‘, iniziò a sorvegliare il Maresciallo. Come raccontato dallo stesso Membrino agli inquirenti, quest’ultimo era stato pedinato e persino filmato mentre era in compagnia di un’altra donna, che si presume fosse stata la sua amante.

La versione è stata confermata anche da Lamino. Quest’ultimo ha anche detto che quelle immagini sarebbero servite per ricattare Membrino e costringerlo a chiedere il trasferimento. La cassetta con il video sarebbe stata inviata al Maresciallo per posta, con lo scopo di farla vedere alla sua fidanzata.

L’azione criminale del clan si è spinta fino all’organizzazione di un attentato contro Membrino. Infatti, circa 10 anni fa, gli uomini del sodalizio hanno messo una bomba carta sotto l’automobile del Maresciallo. I carabinieri per il quali i militari del comando di Castello di Cisterna, hanno eseguito l’ordinanza autorizzata dal Gip su richiesta dei Pm Giuseppina Loreto e Antonella Serio, sono:

I CARABINIERI ‘INFEDELI’ – Raffaele MartucciAngelo PellicciaMichele MancusoVincenzo Palmesano Corrado Puzzo (ai domiciliari per corruzione). Sono stati sospesi dal servizio, Carmine Dovere (per abuso d’ufficio), il Capitano Daniele Perrotta (omissione in atti di ufficio) e Vincenzo Di Marino (rivelazione di segreto d’ufficio). Il Gip ha escluso per gli indagati l’aggravante mafiosa, decisione contro la quale la Procura farà ricorso.

Coinvolti anche l’ex Presidente del Consiglio comunale di Sant’Antimo, Francesco Di Lorenzo e ovviamente il boss Pasquale Puca (domiciliari anche per entrambi). I militari aiutavano il sodalizio evitando controlli, posti di blocco e fornendo ‘soffiate’ su possibili blitz e operazioni di ‘alto impatto‘. Di Lorenzo, invece, avrebbe favorito gli accessi al clan nel mondo degli appalti.

Nonostante le indagini abbiano evidenziato una vicenda triste e dolorosa, non ho alcun bisogno di riaffermare la massima fiducia nell’Arma dei carabinieri“, ci ha tenuto ad affermare il eri Melillo. “Quest’operazione è la dimostrazione di quanto i cittadini possano avere fiducia in tutti quei carabinieri che ogni giorno, facendo tanti sacrifici, onorano la divisa garantendo la sicurezza di tutti“, ha invece dichiarato il Comandante dei Carabinieri del Comando provinciale di Napoli, Canio Giuseppe La Gala.

I 'carabinieri infedeli', il boss e l'attacco al Maresciallo che dava fastidio: le rivelazioni del pentito