Voce di Napoli | Navigazione

Camorra a Napoli, la DIA: “I clan si reggono sull”Accademia’ e le infiltrazioni politiche-economiche”

Secondo l'ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, i sodalizi fanno leva sulla criminalità giovanile e la corruzione

Un contesto frammentato dove emergono i soliti ‘giganti’. Uno scenario socio-economico devastante dove i giovani sono vittime dell’assenza da parte dello Stato e facili prede dei clan. Un tessuto politico e imprenditoriale sempre più corrotto e infiltrato dall’azione dei sodalizi criminali.

In estrema sintesi è questa l’analisi descritta all’interno dell’ultima relazione pubblicata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) che ha riguardato il primo semestre del 2019. Per i magistrati che stanno indagando sulle cosche camorristiche sono sempre gli stessi i clan che detengono il potere più grande.

I ‘GIGANTI’ E LA FRAMMENTAZIONE – A Napoliprovincia, la principale egemonia sulle molteplici attività illecite da gestire, è del cartello noto come l’Alleanza di Secondigliano. L’unione di clan cittadini come quello dei Contini e dei Licciardi, con quello dei Mallardo, ha consentito al sodalizio di controllare ed espandere i propri affari sopra un territorio molto vasto. Ma nel contesto camorristico frammentato che caratterizza l’area metropolitana di Napoli, stanno dettando legge anche i Mazzarella (dall’area Est al centro storico) e le famiglie NuvolettaOrlandoPolverino i cui ‘fortini’ sono ad AfragolaMarano. Un caso a parte è rappresentato dal clan dei Casalesi, la cui struttura verticistica su modello mafioso, contrappone un controllo economico sociale sui propri territori di competenza, rispetto ad uno prettamente militare.

L’ACCADEMIA DELLA CAMORRA‘ – I clan più forti hanno bisogno delle giovani leve per due motivi fondamentali: il primo è quello di ottenere numerosa manovalanza per azioni militari o per il presidio del territorio o la gestione delle proprie attività; il secondo è quello di distogliere l’attenzione mediatica e giudiziaria dai propri affari: in pratica, giovani violenti e spregiudicati saranno nel mirino delle forze dell’ordine mentre alle loro spalle i sodalizi più forti continuano a tessere le proprie relazioni. Facendo leva su di un tessuto socio-economico disastroso, la criminalità organizzata si è sostituita – in molte zone – allo Stato, alla scuola e alle famiglie. Così è nata quella che i magistrati definiscono l’Accademia della camorra.

LA POLITICA E L’ECONOMIA – Per una camorra ‘nuova’ che predilige gli affari alle faide, è sempre più importante strutturare rapporti forti con gli amministratori politici locali e nazionali. Questo avviene grazie ad una forte operazione corruttiva o attraverso il voto di scambio. Così, in seguito, le persone che ottengono una poltrona grazie ai camorristi possono – ad esempio – pilotare determinati appalti. In generale i mercati dove i sodalizi criminali proliferano, sono: quello del settore alberghiero, dei rifiuti, delle pulizie, della ristorazione, degli stabilimenti balneari, dell’edilizia, della vigilanza e dei trasporti. Attraverso questi settori la camorra è riuscita a ripulire i propri capitali, proventi da attività illecite, e continua ancora a farlo.

ALLEANZE – Fondamentali per i clan sono le alleanze stipulate con altre organizzazioni criminali, sia sul territorio italiano che all’estero. Questo può consentire ai sodalizi di aprire nuovi mercati, nuove tratte per i traffici illeciti e scoprire luoghi adatti per sviluppare delle latitanze.

IL RITORNO DELLE ‘BIONDE‘ – La camorra ha basato i sui affari su alcune principali attività illecite: il traffico e lo spaccio di stupefacenti, il mercato parallelo del falso, il racket e le estorsioni, lo sfruttamento della prostituzione. Ma negli ultimi mesi, alcune operazioni eseguite dalle forze dell’ordine, hanno fatto comprendere quanto il contrabbando di sigarette sia un affare tornato molto in voga per i sodalizi criminali.

Camorra a Napoli, la DIA: "I clan si reggono sull'Accademia e le infiltrazioni politiche-economiche"