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Marco Vannini, il testimone: “Ho sentito due spari”

Non un singolo sparo in casa Ciontoli, ma ben due nel canneto vicino la casa di Martina. E’ questa la testimonianza raccolta in esclusiva da Quarto Grado che è riuscita ad intercettare un uomo, una guardia giurata, che quella sera stava rincasando.

L’uomo, dopo essere giunto alla stazione di Ladispoli, stava avvicinandosi alla sua auto, posteggiata proprio nei pressi del canneto. Li ha sentito distintamente due spari. “Non posso aver capito male, sono una guardia giurata e so bene che rumore è quello” ha spiegato l’uomo.

L’ipotesi più accreditata anche se il testimone non è stato mai interrogato dagli inquirenti, è che Ciontoli sia uscito di casa per sparare i due colpi in modo che dall’esame dello stub risultassero le particelle di polvere da sparo nel suo naso. Questo sempre nell’ottica di dover nascondere la verità, di proteggere qualcuno. Una versione che quindi darebbe una spiegazione anche alla testimonianza di Maria Cristina, la vicina di casa che sostiene che il Ciontoli non fosse nella villetta al momento della tragedia.

Il generale Garofalo, interpellato da Nuzzi sul caso, ha spiegato come sia possibile eliminare le particelle di polvere di sparo anche con un lavaggio nasale o con una vigorosa soffiata. Inoltre, le 12 particelle trovate nel naso di Ciontoli sono tante, troppe per essere ancora li a distanza di 9 ore dallo sparo (l’esame dello stub gli viene infatti fatto alle ore 8 del mattino, lo sparo contro Marco risale alle 23.15 circa).

Ancora troppi misteri irrisolti che si spera possano venire a galla con l’intervento della Corte di Cassazione che sul caso si esprimerà tra un mese.

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