Voce di Napoli | Navigazione

Dall’omicidio della “Passilona” alle mani su Ponticelli: il nuovo clan XX

Uccisero nel suo fortino la “Passilona” per prendersi il comando di Ponticelli dopo i numerosi arresti avvenuti nel clan D’Amico, di cui Annunziata, sorella dei boss Antonio e Giuseppe, detenuti da anni, era l’esponente apicale. Era il 10 ottobre 2015 e la madrina del rione Conocal venne ammazzata fuori la sua abitazione da un commando di fuoco che agì a bordo di scooter di grossa cilindrata.

A distanza di quattro anni le indagini hanno fatto il loro corso e parte dei responsabili dell’efferato omicidio, che proclamò (giusto per qualche anno) i De Micco padroni indiscussi del quartiere di Napoli est, sono stati identificati. Uno di loro, Flavio Salzano, non c’è più. Il 31 agosto del 2016 venne ritrovato cadavere in un’auto, crivellato con quattro colpi di pistola alla testa. L’altro, Antonio De Martino, 30 anni, è in carcere dal 28 novembre 2017 dopo il blitz della Squadra Mobile di Napoli che smantellò il clan dei tatuaggi  (Bodo) arrestando boss, killer e affiliati.

Di Martino, già condannato per l’omicidio di Salvatore Solla (dicembre 2016), è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalla Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Antonio Salvago, ed emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. De Martino è  accusato di omicidio premeditato, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e ricettazione con la circostanza aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis derivanti dalla partecipazione all’organizzazione camorristica denominata clan De Micco, nonché al fine di agevolare e consolidare l’espansione dell’associazione di appartenenza nel quartiere di Ponticelli.

Dalle indagini condotte dalla sezione omicidi della Squadra Mobile di Napoli, guidata da Mario Grassia, è emerso anche lo studio scrupoloso degli spostamenti di Nunzia D’Amico oltre alla predisposizione di un alibi per i capi del clan dei De Micco e l’infiltrazione nella stessa famiglia D’Amico, probabilmente avvenuta tramite Salzano.

Quest’ultimo, latitante all’epoca, sarebbe poi stato eliminato nell’ambito di una epurazione interna al clan De Micco: il 29enne infatti era passato dai D’Amico ai Bodo, dopo gli arresti avvenuti nella prima organizzazione nell’operazione Delenda del giugno 2016, e avrebbe ricoperto un ruolo prezioso nella pianificazione e nell’esecuzione dell’omicidio della “Passilona”, proprio perché conosceva molto bene “casa D’Amico-Fraulella”.

Salzano, che gestiva una fiorente piazza di spaccio, versava una quota mensile ai De Micco e sarebbe stato ucciso probabilmente per il timore, da parte dei suoi sicari, di una ennesima giravolta o per l’intenzione di costituirsi, dopo i due mesi di latitanza, e iniziare a collaborare con la giustizia.

IL NUOVO CLAN – Dopo l’omicidio di Salvatore Solla, nuova mazzata in arrivo per Antonio De Martino, figlio di Francesco, detenuto da anni ma ferito in un agguato durante un permesso premio nella “sua” Ponticelli dal 24 al 27 dicembre 2017, e fratello di Giuseppe, anche quest’ultimo detenuto da tempo. Anche Carmela Ricci, moglie di Francesco De Martino e madre di tre figli, è stata arrestata nel dicembre 2017 dove che nella sua abitazione le forze dell’ordine trovarono un vero e proprio arsenale.

La famiglia Di Martino, stando tuttavia alle ultime informative delle forze dell’ordine, è ancora molto attiva a Ponticelli, soprattutto dopo gli arresti avvenuti in un altro clan rivale: i Minichini-Schisa-De Luca Bossa.

Attiva con numerose piazza di spaccio soprattutto nel rione Incis, nel rione Fiat e nel Lotto 10, l’organizzazione comprende i reduci dei De Micco e nuovi rampanti giovani fedelissimi del fratello minore di Giuseppe e Antonio, l’ultimo ras dei Di Martino al momento in libertà. Dopo i Frauella (D’Amico) e i Bodo (De Micco), questa “nuovo” clan si fa chiamare “XX”, una sigla tutta della famiglia di Antonio De Martino, che con l’omicidio di Salvatore Solla e il coinvolgimento (in attesa dei processi) in quello di Annunziata D’Amico è riuscito ad acquisire quella legittimità criminale sul territorio che oggi ha portato nelle fila dell’organizzazione numerosi giovani “acquistati” dal degrado e dall’assenza dello Stato in una delle periferie più abbandonate della città di Napoli.

A sinistra Flavio Salzano, al centro Annunziata D’amico, a destra Antonio De Martino. In alto il nome del nuovo clan “XX”