Ha deciso di scrivere una lettera per sfogarsi e far capire l’orrore che vive dopo la violenza subita nell’ascensore dalla Circumvesuviana ed emersa anche nel referto dei medici. Ha deciso di scrivere dopo la decisione del Tribunale del Riesame di scarcerare due dei tre presunti aggressori. In attesa delle motivazioni delle decisioni dei giudici, che saranno rese note tra due settimane, resta in carcere, per ora, Raffaele Borrelli, 19 anni, in attesa dell’esito dell’istanza presentata successivamente dal suo legale Massimo Natale.
La giovane 24enne di Portici, dopo aver dichiarato nei giorni scorsi che era meglio non denunciare quanto accaduto, torna sull’argomento con una lunga lettera diffusa dal legale Maurizio Capuozzo.
“Bastano pochi minuti e ritorno col pensiero. Erano attimi di incapacità a reagire di fronte la brutalità e la supremazia di tre corpi. Erano attimi in cui la mente sembrava come incapace di comprendere, di totale perdizione dell’essere. E dopo che il corpo era diventato scarto e oggetto, ho provato una sorta di distacco da esso. Il mio corpo, sede della mia anima, così sporco”.
“Mi sembrava di essere avvolta dalla nebbia mentre mi trascinavo su quella panchina dopo quelli che saranno stati 7 o 8 minuti. Mi sono seduta e non l’ho avvertito più. Ho cominciato ad odiarlo e poi a provare una profonda compassione per il mio essere. Compassione che ancora oggi mi accompagna, unita ad una sensazione di rabbia impotente, unita al rammarico, allo sdegno, allo sporco, al rifiuto e poi all’accettazione di un corpo che fatico a riconoscere perché calpestato nella sua purezza”.
“Il futuro diviene una sorta di clessidra. Consumato il corpo e la mente dal tempo odierno ricerca una vita semplice. Mi piacerebbe essere a capo di un’associazione che si occupa della prevenzione, della tutela e della salvaguardia delle donne, ragazze, bambine a rischio, perché donare se stessi e il proprio vissuto per gli altri è l’unico modo per accettarlo”.
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