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“Munnezza” fuori lo stadio di Bergamo, la fake news contro i napoletani fa il giro del web

Un fotomontaggio lanciato in rete con l’obiettivo, purtroppo centrato, di far infuriare i tifosi del Napoli e inasprire ulteriormente gli animi in vista della gara in programma questa sera, alle 20.30, allo stadio Atleti Azzurri d’Italia tra l’Atalanta e la formazione di Carlo Ancelotti.

Eppure bastava poco per rendersi contro che si trattava di un fotomontaggio. Invece la bufala è stata condivisa e lanciata anche da alcune testate giornalistiche web. Risultato? Napoletani indignati per un qualcosa che è stato creato ad arte su Photoshop. Nel fotomontaggio sono presenti dei sacchetti di immondizia all’esterno dello settore ospiti dello stadio di Bergamo. C’è poi uno striscione rivolto ai tifosi azzurri (“Per farvi sentire a casa”) che completa il fotomontaggio fake.

Nei giorni scorsi la curva nord dell’Atalanta in una nota aveva preso posizione sulla questione dei cori di discriminazione territoriale precisando che non si tratta di razzismo ma di campanilismo.

Una nota che ha raccolto numerosi consensi tra gli ultrà di tutta Italia, napoletani compresi, e che arriva dopo la squalifica della curva della Juve per i cori contro i napoletani (“Vesuvio lavali col fuoco“) cantati gratuitamente durante la sfida di sabato scorso contro la Spal.

“Bergamo sarà il banco di prova per l’ennesimo strumento di repressione. Noi non prendiamo in considerazione la possibilità di essere privati degli sfottò fra tifoserie. Qualcuno dice che non dobbiamo cadere nella trappola, noi continueremo a essere quello che siamo sempre stati – scrive la curva bergamasca -. Gli sfottò tra tifoserie sono una delle componenti più basilari ed elementari del calcio“.

“Bergamo ha sempre schifato i cori beceri e gli ululati razzisti, ha dimostrato di essere una piazza matura e credibile. È una questione di campanilismo, non di razzismo: ben vengano ‘Bergamasco contadino’ e ‘Odio Bergamo’ cantati negli stadi. Ben vengano i cori di odio Bergamo! Tutto questo non lo reputiamo razzismo ma anzi ci lega semplicemente di più alla nostra terra, ci rende ancor più fieri delle nostre origini. Noi non siamo napoletani… la cosa è abbastanza evidente per tutti ma non per qualcuno”.