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La latitanza a domicilio di Salvatore Fido, ecco come è stato stanato l’ultimo boss dei Mazzarella

Si nascondeva in un villetta di Varcaturo, frazione del comune di Giugliano (area a nord di Napoli) ma durante i suoi otto mesi e mezzo di latitanza aveva cambiato “residenza” quasi ogni settimana, per evitare di dare punti di riferimento ai rivali e alle forze dell’ordine, protetto e blindato dagli uomini del suo clan.

VERTICI DEL CLAN AZZERATI – Con l’arresto di Salvatore Fido, 30 anni, sono stati azzerati tutti i vertici del clan Mazzarella, potete cosca camorristica con interessi sia nel centro che nella zona orientale di Napoli. A lui gli uomini della Squadra Mobile, diretti dal primo dirigente Luigi Rinella, e gli agenti del Servizio Centrale Operativo, supportati dal servizio di polizia scientifica, sono arrivati al termine di un lavoro certosino, seguendo passo dopo passo tutta le rete di fiancheggiatori, davvero tanti, dell’attuale reggente del clan.

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PISTOLA, TELEFONINI E SOLDI – E proprio monitorando i rapporti personali e, soprattutto, sentimentali di Fido, i poliziotti hanno individuato il luogo dove si nascondeva: una villetta con piscina sul litorale di Varcaturo. Quando gli agenti hanno fatto irruzione, questa mattina all’alba, il latitante era da solo. In suo possesso una pistola (modello Glock), munita peraltro di un caricatore supplementare predisposto per il tiro a raffica e sovralimentato. In uno zaino, inoltre, sono stati trovati denaro contante, un passamontagna ed alcuni documenti d’identità falsi (con la foto del latitante ma intestati a persone diverse), nonché numerosissime schede, 4 telefonini. A sua disposizione anche un’autovettura e le chiavi di uno scooter.

RICERCATO DA 8 MESI – Salvatore Fido era irreperibile dallo scorso febbraio, quando si è sottratto all’esecuzione, dapprima, di un decreto di fermo emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli e, successivamente, di un’ordinanza di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso, emessa su richiesta della medesima Autorità Giudiziaria nei confronti di 14 persone ritenute responsabili di associazione di stampo mafioso.

SEMPRE PRESENTE SUL TERRITORIO – Nonostante fosse ricercato dalle forze dell’ordine, Fido – secondo gli investigatori – era sempre presente sul territorio mantenendo il suo ruolo apicale all’interno di un clan che negli ultimi anni, con il supporto dei D’Amico di San Giovanni a Teduccio, ha avviato una cruenta faida, soprattutto a colpi di stese e raid incendiari, contro i rivali dei Rinaldi, Reale, Formicola per il controllo degli affari illeciti. Le mani del clan Mazzarella non si limitavano, tuttavia, al solo territorio di San Giovanni, bensì anche nella zona del centro di Napoli (Case Nuove, Forcella, Maddalena, Duchesca) e nei comuni a ridosso della città (San Giorgio a Cremano in primis).

CLAN IN GINOCCHIO – Con il suo arresto, avvenuto poche ore dopo l’omicidio di Salvatore Soropago, ritenuto in affari con la storica cosca il clan Mazzarella subisce l’ennesima “mazzata” investigativa. Nel febbraio 2018, mentre Fido era irreperibile, gli agenti della Squadra Mobile arrestarono il boss Francesco Mazzarella, detto ‘o parante, e numerosi affiliati. Poi lo scorso 15 settembre è toccato al ras Maurizio Donadeo, scovato dai carabinieri a Casoria.

IL VIDEO DELLA VILLETTA CON PISCINA DOVE SI RIFUGIAVA IL RAS SALVATORE FIDO: