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Strage viadotto Avellino, chiesti 10 anni per i vertici di Autostrade

Morirono 40 persone di ritorno da un pellegrinaggio

Dieci anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e disastro colposo: questa la richiesta del Procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, per Giovanni Castellucci, attuale amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e altri undici dirigenti e dipendenti della società, imputati nel processo per la strage del bus in cui il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone delle 48 totali, precipitate dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa di ritorno da un pellegrinaggio a Pietralcina, terra di San Pio.

Immediata la replica dell’avvocato difensore di Autostrade, Giorgio Perroni, che ha dichiarato: «Le richieste di condanna appaiono poco sconcertanti, perché non fondate su alcun dato scientifico oggettivo e in contrasto con quanto emerso in dibattimento. Si contesta ad esempio alle strutture tecniche della società di aver mantenuto sul ponte Acqualonga barriere che pure rispondono ai più elevati standard di contenimento a livello internazionale, verificati non più tardi del 2015 e confermati dagli stessi periti dell’accusa, sulla base di vizi solo di tipo amministrativo. La decisione contestata si inserisce peraltro all’interno di un progetto di riqualifica delle barriere stesse, deciso su base volontaria da Autostrade per l’Italia, per il quale la società aveva messo a disposizione dei progettisti ben 150 milioni di euro».

STRAGE DEL VIADOTTO, LA RICOSTRUZIONE CHOC DELL’INCIDENTE