Prima l’agguato fallito nei confronti di un coetaneo legato a una paranza rivale, poi l’omicidio, un mese dopo, all’esterno di una discoteca di Coroglio a Bagnoli dove arrivò in taxi per “raccogliere” la richiesta di aiuto di un suo fedelissimo.
E’ la belva del clan camorristico degli Elia, attivo nel Pallonetto di Santa Lucia a Napoli. M.E. ha 17 anni ma è già in carcere con due accuse gravissime: l’omicidio del 27enne Agostino Di Fiore, commesso nella zona della movida lo scorso 11 giugno, e il tentato omicidio, aggravato dalle finalità mafiose, di Giuseppe Iaselli, 18enne incensurato, avvenuto in piazza Trieste e Trento lo scorso 13 maggio.
Così come accertato dalle indagini della Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Luigi Rinella, che questa mattina ha notificato al 17enne la nuova misura cautelare nel carcere minorile dove è recluso dallo scorso giugno, in quella circostanza E.M. arriva in piazza Trieste e Trento intorno alle 4,30 del mattino a bordo di uno scooter guidato da un complice e proveniente dalla vicina Prefettura.
OMERTA’ TOTALE – E’ la notte compresa tra sabato e domenica e in piazza, come sempre più spesso accade, si trattengono numerosi giovani fino all’alba. Tutti assistono a quanto accade ma nessuno, tuttavia, darà un contributo concreto nelle indagini.
IMPUGNAVA BEN DUE PISTOLE – La coppia non ha il volto coperto dal casco e, mentre il conducente resta in attesa con il motore acceso e lo scooter rivolto verso la via di fuga, il 17enne impugna ben due pistole che fanno fuoco contro Giuseppe Iaselli. Quest’ultimo, residente nella zona di via Foria ma vicino – secondo quanto accertato dagli investigatori – agli ambienti del clan Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli, riesce a rifugiarsi dietro a una Fiat 500 di colore scuro che si trovava parcheggiata in strada.
Una mossa decisiva che impedisce al killer di infliggere il colpo di grazia. Iaselli, soccorso e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini, viene raggiunto da tre proiettili al fianco e agli arti inferiori con i medici con non lo dichiarano in pericolo di vita.
Le indagini sono state supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali e dalle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza di negozi ubicati sul luogo dell’evento (risultate utili per capire la dinamica ma non per arrivare all’identificazione dei due malviventi).
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il movente potrebbe essere riconducibile ad un contrasto tra organizzazioni criminali, operanti nel quartiere Pallonetto di S.Lucia e la zona dei Quartieri Spagnoli per la gestione della commercializzazione della sostanza stupefacente. In corso approfondimenti investigativi per arrivare a identificare il complice del 17enne.