Sono diverse le denunce che raccontando di ragazze molestate per strada nei pressi delle loro abitazioni. Lungo Corso Ponticelli, Viale Margherita o via De Meis, alcune delle strade principali del quartiere napoletano, le vittime vengono affiancate dagli aggressori (ragazzini dai 14 ai 21 anni, le cosiddette baby gang) che passano dai complimenti spinti alle palpatine.
BABY GANG: IL SERVIZIO CHOC SUI RAGAZZINI DI NAPOLI
E’ la giornalista Luciana Esposito, per la testata Napolitan, a segnalare un caso su tutti che ha particolarmente rapito la cronista. Si tratta della testimonianza di una 17enne che ha raccontato di aver subito molestie da parte di un gruppo di ragazzini nel Centro Commerciale Auchan in via Argine, davanti a tante persone rimaste impassibili. La testimonianza della ragazza uscita di casa per andare a comprare un regalo all’amica:
“Ho preferito uscire a quell’ora, prima che facesse buio, proprio per evitare che potesse accadermi qualcosa di brutto. Sono arrivata verso le 15.30 e mentre ero sulla scala mobile sono stata avvicinata da 4 ragazzini che non avranno avuto più di 12 anni ciascuno. Hanno iniziato ad alzarmi il cappotto chiedendomi di fargli vedere il mio sedere. Spazientita e anche un po’ spaventata dai loro modi aggressivi e scostumati, gli ho chiesto di lasciarmi in pace, ma più gli dicevo di smetterla e più si prendevano confidenza. Hanno iniziato a dire che se mi davo troppe arie “me lo avrebbero messo in bocca” e che mi avrebbero infilato un dito dentro per controllare se ero ancora vergine ed altre volgarità simili. Intanto continuavano a mettermi le mani addosso.
Era come se fossi sola contro di loro, anche se c’erano delle persone presenti. Guardavano, qualcuno rideva, ma nessuno è intervenuto per allontanarli da me.
Allora, ho fatto l’unica cosa che potevo fare: sono entrata in un negozio e ho fatto finta di dover comprare qualcosa. Ho aspettato tanto tempo, prima o poi si scocceranno di aspettare, magari troveranno un altro passatempo e io sarò “salva”, mi sono detta. E così è stato.
Prima mi hanno lanciato degli insulti e poi sono andati via. Urlavano che gli avevo dato appuntamento lì per “appartarmi con loro in bagno” e che poi mi ero tirata indietro. E altre cose brutte, molto brutte sul mio conto. Non so perchè hanno detto così, non so chi siano quei ragazzini. So solo che mi sono vergognata tantissimo. Non avevo neanche portato il cellulare con me, perchè avevo paura di subire qualche rapina. Avrei tanto voluto telefonare mia madre per chiederle di venirmi a prendere, ma anche se avessi avuto il telefono, non penso che l’avrei fatto, non avrei avuto il coraggio di dirle quello che mi era successo. Ho comprato il regalo e sono fuggita via, senza nemmeno aspettare il pullman. Sono tornata a piedi.
Per un lungo tratto ho corso, poi ho camminato a passo veloce e quando ho recuperato il fiato ho ripreso a correre. Non vedevo l’ora di arrivare a casa e non nascondo che da quando è successa quella cosa ho paura di uscire, soprattutto da quando, parlando con delle amiche a scuola, ho scoperto che anche per strada ad altre ragazze è successa una cosa simile. Ai miei genitori non l’ho detto e neanche al mio fidanzato. Mi vergogno, anche se lo so che non è colpa mia. Temo che qualcuno possa dirmi: ma come? sei più grande di loro e non hai saputo difenderti da un gruppo di ragazzini?”.