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Napoletano ucciso a Legnano, ha confessato il cognato: “Sono stato io”

Nessuna vendetta per il vecchio caso di violenza, nessuno sgarro nel traffico di droga. Gennaro Tirino è stato ucciso dal marito della sorella

Sono stato io“, ha confessato Antonio Calello 28enne fratello della fidanzata di Gennaro Tirino il 38enne napoletano ucciso con almeno 7 colpi di pistola la scorsa mattina in via Tasso a Legnano. Gli inquirenti stavano battendo due piste, una è relativa ad una vicenda risalente al 2006 quando Tirino è stato accusato di violenza nei confronti di due sorelline minorenni. L’altra ha riguardato un’organizzazione dedita al traffico e spaccio di sostanza stupefacenti gestita dalla ‘Ndrangheta in collaborazione con dei gruppi criminali albanesi.

Invece il movente dell’efferato delitto è del tutto passionale e riconducibile ai rapporti familiari della vittima. A confermare la colpevolezza di Calello è stato lo stesso Procuratore capo di Busto Arstizio, Gianluigi Fontana. Il 28enne cognato di Tirino avrebbe vendicato nel peggiore dei modi le violenze subite durante la convivenza avuta con il 38enne originario di Scampia. L’ultimo grave episodio che avrebbe fatto scattare la reazione di Calello c’è stato lo scorso 25 settembre, quando la fidanzata di Tirino è finita in ospedale a causa delle contusioni provocate da calci e pugni.

Il delitto, però, non è stato premeditato. Infatti Calello avrebbe prima litigato con Tirino, poi la lite è diventata furiosa sfociando in minacce fino alla colluttazione fisica. A quel punto il 28enne ha perso la testa, ha estratto l’arma di cui era in possesso ed ha esploso più colpi di pistola contro il cognato uccidendolo. Infatti, gli investigatori hanno trovato in seguito ad una perquisizione a casa di Calello, tre proiettili calibro 7,65. Non ci sono mai stati dubbi sul fatto che il 38enne napoletano conoscesse il suo assassino con il quale aveva probabilmente fissato un appuntamento sul luogo dove si è poi verificato l’omicidio.

Le indagini sono state supportato dalla raccolta di testimonianze, sia da chi avrebbe potuto essere presente al momento degli spari, sia tramite la visualizzazione dei filmati di video sorveglianza che hanno permesso agli inquirenti di individuare l’auto di Calello. La vettura del 28enne è stata trovata in seguito a vari accertamenti che gli investigatori hanno effettuato in diverse autofficine della Provincia di Varese.