Un autogol clamoroso. Un video nato per attaccare gratuitamente i migranti ma che potrebbe trasformarsi in un autentico boomerang per l’autista e per la sua azienda di trasporto pubblico, già chiamata a redarguire il suo dipendente per l’utilizzo del cellulare alla guida. “Questa è la situazione, adesso vediamo quello che succederà…” commenta il conducente mentre è alla guida, e contemporaneamente gira un video (certo per pochi secondi, ma è comunque in difetto), nei pressi di piazzale Tecchio a Fuorigrotta, quartiere napoletano. Sul marciapiede vicino alla fermata sono in attesa, chissà da quanto tempo, almeno una trentina di persone tra italiani e stranieri.
All’apertura della sola porta anteriore si crea la ressa tra i passeggeri e inizia una vera e propria gara a chi riesce a salire per primo sull’autobus, magari per prendere un posto a sedere o per assicurarsi di non restare fuori. La maggioranza dei pendolari ripresi nel video sono stranieri perché l’autobus in questione è quello che collega la città di Napoli con alcuni comuni della provincia. Si tratta di tutte quelle persone che ogni giorno vengono in città per lavorare o per “abbuscarsi” la giornata con impieghi saltuari.
Lo scopo del video, almeno secondo la brillante idea dell’impeccabile autista, è quello di denigrare i migranti e i loro atteggiamenti poco civili in una città dove i mezzi di trasporto pubblico sono quasi una chimera. Dove gli orari difficilmente vengono rispettati e i disservizi sono all’ordine del giorno. La ressa che vedete nelle immagini non può e non deve sconvolgervi perché accade di peggio, basta farsi un giro su Youtube e rivedere qualche vecchio video di metropolitana e autobus vari. E’ ordinaria amministrazione e vede protagonisti tutti. Dai ragazzi che escono da scuola agli studenti universitari, passando per i comuni cittadini che sanno bene che “o prendono questo pullman o aspettano almeno un’altra mezz’ora per salire sul prossimo”.
“Non si può lavorare in queste condizioni” commenta l’autista a metà del video ripreso dalla pagina Facebook “Military And Police” (che sferra un duro attacco agli immigrati). “Non si può vivere in queste condizioni” dovremmo, invece, rispondere tutti noi. E non per colpa dei migranti. Per colpa dei mezzi di trasporto pubblico che ci costringono a reagire in questo modo ogni volta che ne vediamo, raramente, uno.