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Omicidio Vincenzo Ruggiero: oltre il garage anche un pozzo degli orrori

Non ha fine la sequenza di orrori riguardanti il brutale omicidio di Vincenzo Ruggiero, il 25enne di Parete ucciso e fatto a pezzi da Ciro Guarente. Alla base della follia commessa ci sarebbe la gelosia che quest’ultimo nutriva per la fidanzata trans Heven Grimaldi nei confronti del commesso di Carpisa. L’inchiesta non si è ancora conclusa, la Procura di Napoli Nord continua a lavorare su una delle vicende più complesse e macabre della cronaca nera campana. A distanza di un mese dal rinvenimento del cadavere nel garage degli orrori di Ponticelli, spunta un ritrovamento inquietante: un pozzo coperto da una botola proprio accanto al garage in cui gli investigatori hanno trovato di tutto.

L’ex soldato della Marina Militare, dopo aver tagliato in più parti il cadavere del 25enne, ha riposto i pezzi in alcuni sacchetti bucherellati per poggiarli poi sulla botola del pozzo raccogliendo così in un catino sottostante i resti liquidi di Vincenzo. Quella che non è stata più ritrovata è invece la testa della vittima e su questo punto ormai le speranze di un ritrovamento cominciano a crollare in quanto l’assassino si rifiuta di collaborare. Prima ancora di murare le parti del corpo e cercare di distruggere per sempre il cadavere dunque Ciro ha compiuto un altro atto mostruoso che però mette in luce ancor di più il fatto che si fosse organizzato per questo “rito dell’orrore”.

Il 35enne è stato arrestato con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, rischia l’ergastolo. E’ nel carcere di Poggioreale ed è stato trasferito su ordine del Dap nel padiglione dei sex offender. Rischia il carcere a vita anche il complice di Guarente, Francesco De Turris, pregiudicato 51enne di Ponticelli che avrebbe prima venduto a Ciro la pistola con cui quest’ultimo ha ucciso Vincenzo sparandogli due colpi al petto e poi aiutato il killer ad occultare il cadavere.

Ci sarebbero anche altri complici secondo gli investigatori che recentemente si sono concentrati anche su un altro movente oltre quella passionale. Dopo il terzo e lungo interrogatorio con Ciro spunta infatti anche una pista economica. L’assassino ha raccontato di aver prestato poche migliaia di euro alla vittima e che le voleva indietro. Si tratta sicuramente di un caso complicato e controverso che difficilmente troverà una conclusione chiara.

Fonte: Corrieredelmezzogiorno.it