Voce di Napoli | Navigazione

Si è pentito Pasquale Pesce, boss di Pianura: la verità su almeno 10 omicidi, “Tutto per vendicare mio fratello”

Le faide, gli omicidi e le attività illecite: Pasquale Pesce ha deciso di collaborare con la giustizia

Sono stanco di fare la guerra alla mia stessa famiglia“, con queste parole Pasquale Pesce, detto ‘Bianchino ha deciso di inaugurare la sua serie di racconti alla giustizia. La notizia del pentimento di uno dei pezzi da 90 della camorra che controlla il quartiere Pianura è molto recente ed ha aperto un nuovo fronte per la lotta alla criminalità organizzata nell’area flegrea di Napoli. La collaborazione di Pesce con gli inquirenti sarà utile per risalire a diversi episodi di cronaca, anche passati, e di far luce sui reali equilibri del quartiere.

Quello che non era ancora noto è che a spingere Pasquale Pesce a parlare siano state delle motivazioni legate alla sua famiglia, ed in particolare la morte di suo fratello Carmine. Quest’ultimo è stato ucciso a soli 27 anni nel 2004, nei pressi della sua abitazione. Un agguato che ha segnato la scissione interna al sodalizio Pesce – Marfella ad opera del clan Mele. L’aspetto davvero particolare della vicenda è relativo al fatto che i Pesce, i Marfella e i Mele sono tra loro imparentati.

Ma Pesce, arrestato nel 2015, non è l’unico ad essere diventato collaboratore di giustizia. Anche l’uomo di punta della fazione rivale ha decisi di pentirsi, si tratta di Salvatore Romano alias ‘Muoll muoll, reggente del clan dopo gli arresti eccellenti dei fratelli Salvatore Giuseppe Mele. Romano è stato arrestato lo scorso febbraio e alcune sue dichiarazioni hanno già dato i loto risultati: infatti è stato ritrovato un cadavere tra Pianura e Marano, presumibilmente appartenente a Giuseppe Celentano pregiudicato di Ponticelli affiliato al clan Pesce (i sodalizi di Pianura hanno diversi legami con quelli dell’area Est di Napoli). Muoll muoll per aver iniziato a “cantare” si trova in un regime carcerario di isolamento per evitare ritorsioni da parte di altri detenuti.

Ma la svolta per il pm Francesco De Falco e la collega Celeste Carrano, coordinati del procuratore aggiunto Filippo Beatrice, arricchisce un’indagine che ha l’obiettivo di far luce anche su altri episodi che riguardano la faida tra i Pesce – Marfella e i Mele – Romano: l’occupazione delle case popolari e l’omicidio, avvenuto per sbaglio, dei due studenti di Pianura Gigi e Paolo uccisi nel 2000.