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Odio razziale, prima le fiamme poi l’esplosione: attentato sventato da immigrati

In precedenza irruzione a colpi d'arma da fuoco nel centro accoglienza di Vairano Scalo

Spinti dall’odio razziale, hanno dato fuoco alla rete di recinzione e agli abiti appoggiati sopra del Centro di Temporanea Accoglienza (CTA) nel Casertano nella speranza che le fiamme si propagassero e raggiungessero un contatore del gas metano posizionato a poca distanza per dar vita a una esplosione.

Carmine Daniele

Era questo – secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere – il diabolico piano di due uomini, Carmine Daniele, 46 anni, e del marocchino Anouar Anzit, 47 anni, destinatari questa mattina di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del tribunale sammaritano ed eseguita dai carabinieri della Stazione di Vairano Scalo. I due sono gravemente indiziati del delitto in concorso di tentato incendio con l’aggravante di aver agito per motivi di odio razziale.

I fatti risalgono alla sera del 9 gennaio e riguardano il centro temporaneo di accoglienza, denominato Europa, situato in viale Europa di Vairano Patenora, dove risiedono diversi immigrati richiedenti asilo. Daniele e Anzit utilizzando una bottiglia di plastica piena di benzina, lasciata ingenuamente sul luogo, hanno dato fuoco alla rete di recinzione che proteggeva le grate esterne del centro e agli abiti appoggiati su di essa, con il chiaro intento di provocare un incendio esteso e una conseguente esplosione “grazie” alla presenza nelle vicinanze di un contatore del gas metano. Per fortuna il tempestivo intervento degli ospiti della struttura ha impedito il propagarsi delle fiamme, domate successivamente dall’intervento dei vicili del fuoco.

Anzit Anouar

Le indagini, che si sono avvalse anche delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, hanno consentito agli investigatori di ricostruire i fatti. Nello specifico è emerso che i due indagati, a bordo dell’auto di proprietà del marocchino, dopo aver fatto rifornimento a un distributore, si sono recati al centro di accoglienza e dopo aver generato l’incendio sono poi tornati alle rispettive abitazioni.

Sulle base delle indagini – scrive la nota della procura a firma del procuratore aggiunto Alessandro Milita – “si desumeva fondatamente che l’azione fosse evidentemente motivata da un evidente sentimento di rancore nutrito indistintamente verso i cittadini extracomunitari, in genere, indistintamente accomunati in ragione del colore della pelle e della collocazione presso il CTA”.

IL PRECEDENTE: L’AGGUATO A COLPI D’ARMA DA FUOCO 

Nei mesi precedenti, per l’esattezza il 16 novembre 2016, si verificò una precedente aggressione che vide protagonisti quattro giovani, tra cui il figlio di Carmine Daniele, tutti arrestati in flagranza di reato. I quattro, armati di tronchese e di pistola, fecero irruzione nel centro di accoglienza e, dopo aver picchiato quattro immigrati, distrussero l’abitazione esplodendo anche alcuni colpi d’arma da fuoco ad altezza uomo.

I quattro immigrati sono stati successivamente trasferiti, su disposizione della Prefettura di Caserta, in un altro centro accoglienza. La Procura tende a sottolineare questo aspetto per escludere ogni possibile movente ritorsivo individuale. Il 9 gennaio infatti i quattro non erano presenti nel CTA.