I Campi Flegrei sono sotto stretta osservazione già dal 2012 quando si è passati all’allerta gialla. Numerosi sono i metodi che i ricercatori hanno messo a punto per poter controllare la caldera. La giornalista Amalia De Simone del Corriere della Sera ha girato un video e raccontato la Solfatara dei Campi Flegrei. I vulcanologi Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo parlano di una possibile eruzione che potrebbe provocare una catastrofe per ben 3 milioni di persone, non solo un disastro napoletano dunque.
Come spiega il vulcanologo Mastrolorenzo dell’Osservatorio Vesuviano: “Si tratta effettivamente del vulcano a più alto rischio al mondo. il rischio viene calcolato in base alla pericolosità che è molto alta e alla popolazione esposta. Gli studi hanno evidenziato l’evoluzione di questa caldera verso condizioni di rischio sempre maggiori e purtroppo questo rischio non è quantificabile. Da circa 10 anni siamo in presenza di una fase bradisismica in cui il suolo si è sollevato di oltre mezzo metro, ci sono state sequenze sismiche e forti modificazioni nella composizione dei gas delle fumarole. Un recente lavoro scientifico ha dimostrato come le fasi bradisismiche avvenute dagli anni ‘70 in poi hanno portato ad un sollevamento complessivo di circa tre metri e mezzo e nell’ultima fase ci sono state oltre 16.000 scosse“.
Uno studio internazionale guidato dal vulcanologo Christopher Kilburn dell’University College London e da Giuseppe De Natale e Stefano Carlino dell’INGV (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia) avrebbe creato un modo per poter individuare una possibile eruzione analizzando le fasi bradisismiche. Per cercare di capire se il pericolo è imminente Mastrolorenzo ha detto: “In realtà non c’è nessuna base scientifica per queste rassicurazioni perché non conosciamo processi che prevedono un’eruzione dei Campi Flegrei. E’ una roulette russa“. Non si può determinare quando e in che punto si aprirà la bocca eruttiva infatti la Solfatara è solo uno dei vulcani che si estendono per 12km dal Monte di Procida a Posillipo. Il rischio di un’eruzione del supervulcano riguarda i partenopei, ma non solo anche tutte le città italiane saranno toccate dal fenomeno e dovranno accogliere chi scapperà, secondo quanto programmato dal piano della protezione civile. Napoli si trova giusto in mezzo tra i due vulcani più pericolosi al mondo: il Vesuvio e i Campi Flegrei e l’unica possibilità per sopravvivere resta la prevenzione e la previsione di un piano di emergenza e di evacuazione.