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Racket ed estorsioni, condanna a 10 anni di carcere per Angelo Cuccaro il boss dei “Gigli”

Guardate come sono belli i nostri padrini. Un abbraccio e un bacio al grande Cuccaro. Salutiamo la famiglia di Angelo Cuccaro“, così tra applausi e urla è stato reso omaggio al boss Angelo Cuccaro detto ‘Angiulillo ‘o Fratone, uno dei membri della famiglia che ha dettato legge (e lo fa ancora ancora oggi non senza difficoltà) a Barra, quartiere dell’area Est di Napoli. Era il 2011 durante la festa dei Gigli e l’organizzazione criminale dei Cuccaro comandava in tutta la zona compresa tra San Giovanni e Ponticelli.

Il clan Cuccaro è radicato nel territorio di Barra fin dagli inizi degli anni ’90, alleato con gli Aprea e stretto in una morsa che da un lato vede i Mazzarella (a San Giovanni) e dall’altro i Sarno (un tempo egemoni a Ponticelli). Tale situazione è più volte degenerata in violente faide, una delle quali che ha insanguinato il quartiere, è stata quella con il sodalizio dei Formicola di cui oggi i Cuccaro hanno stretto un patto di non belligeranza.

Racket ed estorsioni, condanna a 10 anni di carcere per Angelo Cuccaro il boss dei "Gigli"
Da sinistra Michele Cuccaro, Angelo Cuccaro e Luigi Cuccaro

I fratelli Cuccaro sono tutti detenuti, anche Michele Luigi arrestati dopo anni di latitanza. Le manette ai polsi di Angelo, invece, sono state messe il 15 marzo del 2014 dopo che per due anni il suo nome ha fatto parte della lista dei criminali ricercati più pericolosi del paese. Oltre ad una condanna all’ergastolo per omicidio e quelle per associazione camorristica, ecco che la giustizia ha emesso un’altra sentenza per conto della Corte d’Appello di Napoli.

I giudici hanno condannato Angelo Cuccaro a scontare 10 anni di carcere per aver gestito le attività estorsive nel suo quartiere. Nello specifico all’interno del suo evento clou, quello che tutti gli abitanti di Barra aspettano ogni anno: i famosi Gigli. Con il boss è stato condannato anche Andrea Andolfi; anche per lui, reggente dell’omonimo sodalizio, la stessa pena che è risultata quella più alta. I giudici hanno poi stabilito sette anni di carcere per Carmine Russo e quattro per Gaetano Gegnoso, detto ‘babà’, pasticciere di professione e neomelodico per vocazione, divenuto in seguito collaboratore di giustizia.

Cuccaro Andolfi obbligavano l’acquisto di gadget per finanziare il Giglio del Popolo guidato dalla paranza dell’Insuperabile. L’indagine condotta dagli inquirenti è iniziata nel 2013 e l’attività investigativa era già riuscita ad arrivare al primo grado di giudizio dopo un primo processo.