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Omicidio Amendola, lacrime di coccodrillo su Facebook e messaggi hot alla moglie del boss Formicola

Erano amici. Andavano insieme in discoteca e, nei gironi in cui sparì Vincenzo, furono diversi i messaggi pubblicati sui social network dai suoi killer o dai familiari di quest’ultimi. “Questa serata non la dimenticherò mai ti amo fratm Vincenzino” pubblicò su Facebook Giovanni Tabasco qualche ora dopo il ritrovamento del cadavere dell'”amico” Vincenzo Amendola, ucciso la notte del 5 febbraio e seppellito in un terreno vicino al Bronx a San Giovanni a Teduccio, zona est di Napoli. Il cadavere verrà ritrovato dopo due settimana, il 19 febbraio.

La vittima, Vincenzo Amendola

L’omicidio, di cui dovranno rispondere Gaetano Formicola, 22 anni, Giovanni Tabasco, 22 anni e Raffaele Morra, 33 anni (proprietario del terreno agricolo), è stato ricostruito grazie alle dichiarazioni di Gaetano Nunziato il 24enne che indicò ai poliziotti dove si trovava il cadavere di Vincenzo dopo aver partecipato alla brutale esecuzione. Nunziato ha anche spiegato il movente dell’omicidio del giovane che frequentava la casa dove viveva la moglie del boss Antonio Formicola, detto ‘o chiatto, 38enne in carcere da diversi anni.

FREQUENTAVA LA CASA DEL BOSS – “Era un po’ il factotum della famiglia di Geatano – racconta Nunziato -, spesso dormiva a casa loro e svolgeva ogni tipo di commissione”. E’ proprio questo via vai dall’abitazione del clan che sarebbe costato caro ad Amendola, ucciso perché avrebbe iniziato a “corteggiare”, anche con messaggi spinti, la padrona di casa. Un affronto di cui si sarebbe vantato con qualcuno tanto da provocare la folle reazione di Gaetano Formicola.

 

L’OMICIDIO – La sera del 5 febbraio Amendola venne portato sul luogo del delitto dallo stesso Nunziato. Tabasco, invece, si sarebbe procurato l’arma mentre Formicola sarebbe stato l’esecutore materiale dell’efferato omicidio. I piani però non vanno come previsto: la pistola si inceppa e al secondo tentativo il proiettile colpisce a un occhio Vincenzo. Mentre piange e chiede perdono in ginocchio, viene finito da un colpo d’arma da fuoco alla testa. Preziose per la ricostruzione dell’omicidio anche le informazioni che hanno forniti i familiari della vittima e altre persone presenti quando Vincenzo venne prelevato per poi essere condotto sul luogo dell’omicidio.

LACRIME DI COCCODRILLO SU FACEBOOK – Lo stesso Tabasco il 19 febbraio, giorno in cui venne ritrovato il cadavere di Vincenzo, pubblicò su Facebook una foto con la vittima durante una serata in discoteca. Nell’immagine si vede Amendola con il pollice alzato che abbraccia Tabasco che ha in mano una bottiglia di Belvedere (costosa vodka polacca).

 

“…Questi sono i fatti così come si sono verificati. Verso le ore 21 del 4 febbraio, io mi trovavo nei pressi delle panchine di viale 2 Giugno angolo via Taverna del Ferro, di fronte allo chalet “Lago” seduto sulle panchine insieme ad i vari giovani che frequentano quel bar. Verso le ore 22-22,30 è venuto Giovanni Tabasco, il quale giunto a piedi dalle palazzine del Bronx, mi chiedeva dove fosse Vincenzo Amendola. Io gli risposi di non saperlo in quanto non lo avevo visto e contemporaneamente gli chiesi i motivi della sua domanda, anzi gli chiesi se casomai Amendola avesse dovuto fare qualche servizio. Gli dissi ciò perché sapevo che Vincenzo era un po’ il factotum della famiglia di Formicola Gaetano, tant’è che sapevo per quello che mi dicevano altri conoscenti che lo stesso dormiva a casa loro per lunghi periodi e svolgeva per essi ogni tipo di commissione. Giovanni Tabasco mi rispose in maniera evasiva senza spiegarmi perché effettivamente cercava Amendola. Poi consegnò il suo telefono cellulare ad una ragazza presente sul posto, di cui non sono in grado di fornirvi le relative generalità, e le chiese di chattare sino al suo ritorno con chiunque…In tale frangente giunse sul posto proprio quest’ultimo a bordo del suo scooter, ovvero quello che poco prima era stato usato da Gaetano Formicola. Una volta giunto sul posto Giovanni Tabasco, rivolgendosi ad Amendola gli chiese di dargli il suo telefono cellulare. A tanto Amendola Vincenzo ubbidì e gli diede il suo cellulare. Tabasco Giovanni una volta preso il telefono chiese ad Amendola di allontanarsi da lui e di attendere poco lontano, poi mi chiamò e mi disse se gli potevo fare la cortesia di portagli Amendola dietro al Bronx”.