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Vincenzo Amendola ucciso e seppellito per vendicare l’onore del boss Formicola: tre arresti

Ucciso con due colpi d’arma da fuoco e seppellito perché si sarebbe vantato di avare una relazione con la moglie del boss Antonio Formicola. Risolto nel giro di un anno e mezzo l’omicidio di Vincenzo Amendola, il 19enne di San Giovanni a Teduccio, quartiere alla periferia orientale di Napoli, scomparso la sera del 5 febbraio 2016 e ritrovato senza vita il 19 dello stesso mese in un terreno non molto distante dalle case popolari di Taverna del Ferro.

A sinistra Formicola, a destra Tabasco

Questa mattina la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale partenopea su richiesta della Direzione Distrettuale Animafia, nei confronti di tre persone ritenute responsabili dell’omicidio, premeditato, aggravato dal metodo mafioso, di Amendola. In carcere sono finiti Gaetano Formicola detto ‘o chiatto (già detenuto per un tentato omicidio), 22 anni, figlio del boss, Giovanni Tabasco detto birillino, 22 anni, e Raffaele Morra, 33 anni, proprietario del terreno agricolo.

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I primi due furono già arrestati nelle settimane successive all’omicidio (7 marzo) a Viterbo, dove si erano rifugiati. Il Riesame però annullò l’ordinanza perché non ritenne sufficienti le prove raccolte. Pur non mettendo in discussione l’attendibilità del collaboratore di giustizia – scrive la Procura – il Riesame aveva ritenuto che le conversazioni telefoniche riportate nell’ordinanza, alcune delle quali all’epoca non trascritte integralmente, non fossero univocamente interpretabili in modo da fornire un riscontro con le dichiarazioni del collaboratore di giustizia.

Nunziato-Gaetano

COLLABORATORE CHIAVE – Amendola venne interrato a circa un metro e mezzo di profondità in un terreno coperto da una rete metallica e da travi di legno nonché da materiali di risulta di lavori edili. Per estrarlo fu necessario l’utilizzo di un escavatore dei vigili del fuoco. Fondamentale nelle indagini, oltre all’attività di intercettazione, le dichiarazioni di un altro ragazzo che aveva partecipato all’omicidio, Gaetano Nunziato, 24 anni, fermato il giorno del ritrovamento del cadavere. Fu proprio il giovane a indicare ai poliziotti di ritrovare il corpo di Vincenzo e di recuperare la pistola utilizzata per l’omicidio, gettata in mare da una scogliera.

L’USCITA DALLA QUESTURA DI TABASCO E MORRA

L’OMICIDIO – La sera del 5 febbraio Amendola venne portato sul luogo del delitto dallo stesso Nunziato. Tabasco, invece, si sarebbe procurato l’arma mentre Formicola sarebbe stato l’esecutore materiale dell’efferato omicidio. I piani però non vanno come previsto: la pistola si inceppa e al secondo tentativo il proiettile colpisce a un occhio Vincenzo. Mentre piange e chiede perdono in ginocchio, viene finito da un colpo d’arma da fuoco alla testa. Preziose per la ricostruzione dell’omicidio anche le informazioni che hanno fornito i familiari della vittima e altre persone presenti quando Vincenzo venne prelevato per poi essere condotto sul luogo dell’omicidio.

IL MOVENTE – L’omicidio – come si legge nell’ordinanza cautelare – è maturato all’interno del clan Formicola per tutelare l’onore del boss Antonio, detenuto da anni, perché si era sparsa la voce di una presunta relazione sentimentale tra la vittima 19enne e la moglie del capo clan.

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