Viveva con un sussidio statale dopo il trapianto di rene e, quando ha visto gli operai pronti a demolirgli la casa abusiva, il suo cuore non ha retto. E’ morto di infarto Salvatore Garofalo, 64 anni, residente a Campolongo, frazione del comune di Eboli (Salerno). Nella zona dove viveva ci sono 12 case abusive, compresa la sua. Quando sono iniziate le operazioni di recensione del cantiere, l’uomo ha avuto un malore fatale.
Una vita trascorsa nei campi come bracciante e quella casa costruita con sacrifici e tanti problemi burocratici. La causa per la demolizione dell’abitazione parte nel 1998 e culmina nel 2008 con l’ordine di demolizione. Lo scorso maggio a Garofalo, che viveva insieme alla moglie, al figlio e tre nipoti minorenni, viene notificato un ordine di sgombero che sarà attuato entro il 7 giugno. Nonostante la richiesta di sospensione avanzata dal suo legale per salvaguardare “il diritto all’abitazione” del suo assistito, che altrimenti non avrebbe altro posto dove andare a vivere, viene autorizzata l’autodemolizione, ovvero sarà lo stesso titolare dell’abitazione (in questo caso la moglie di Garofalo) a occuparsi dell’abbattimento.
Così lo scorso sabato l’uomo quando ha visto gli operai iniziare a transennare l’area della sua abitazione non ha retto il dispiacere ed ha accusato un malore fatale. I funerali si sono celebrati questa mattina nel comune salernitano. “E’ un grande dolore per tutti noi. Abbiamo ereditato una situazione di abusivismo edilizio drammatico” dice il sindaco di Eboli, Massimo Cariello.
“Mentre veniva demolita un’abitazione a Eboli, il proprietario della casa in cui viveva con la moglie e tre nipotini minorenni è morto d’infarto. Dalla politica sorda alle esigenze dei più deboli io mi allontano. Uno speculatore o un camorrista non muoiono d’infarto se gli abbattono una casa. Un operaio invece muore dal dolore”. Così il senatore di Ala, Ciro Falanga, firmatario del ddl sugli abbattimenti annuncia le sue dimissioni da senatore già minacciate se il testo “non fosse stato approvato entro l’estate”.
“Il provvedimento che avrebbe evitato quella demolizione e la relativa tragedia che ne è conseguita – aggiunge Falanga – è all’esame della Commissione Giustizia della Camera, dove con solerzia la Presidente Ferranti l’ha calendarizzato per questa settimana. Il M5S ha negato un rapido esame del provvedimento attraverso la sede deliberante con evidenti scopi ostruzionistici, nonostante il testo abbia già avuto il via libera dai due rami del Parlamento”.
“Non posso accettare che nonostante il duro lavoro di anni nell’interesse di persone in difficoltà la gente inizi a morire a causa del mero calcolo parlamentare di qualche gruppo che fa dell’essere contro sempre e comunque la propria unica bandiera. Annuncio pertanto le mie dimissioni da Senatore della Repubblica che consegnerò domani al Presidente Grasso, ritenendo inaccettabile che su temi dal grande impatto sociale come questo prevalgano gli interessi politici su quelli dei cittadini. E’ un modo di fare becero dal quale sento di prendere con vigore le distanze”, conclude.