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La prima vittoria del Napoli contro la Juventus

Da sempre Napoli – Juventus, o viceversa, è una partita dal fascino particolare. Da sempre relativamente, però, visto che la vecchia signora ha trentanni più del Napoli. Quindi diciamo pure che da quando Napoli ha una squadra di calcio, la Juventus ha avuto una partita di cartello in più nel proprio calendario. Gli albori di questa sfida risalgono al primo anno del Napoli in Serie A, e non furono dei migliori per i colori partenopei.

Nel primo campionato in cui il Napoli si presentò come la cenerentola del torneo, infatti, riuscì a racimolare un solo misero punticino, e non fu certo la Juventus a concederglielo. All’andata il Napoli tenne botta, collezionando un più che dignitoso 0-3 dai futuri campioni d’Italia. Al ritorno, però, ci volle il pallottoliere per tenere il conto dei gol juventini, che a fine partita risultarono essere otto. Quelli del Napoli? Velo pietoso ad avvolgere un tondo e laconico zero.

Era la stagione 1926-27, quando il campionato era a gironi. Poi venne la volta del campionato a divisione nazionale. A dicembre si consumò la prima delle due sfide previste tra Napoli e Juventus. Si giocava a Torino. Sotto di 2-0 il Napoli riuscì a riaprire la partita grazie alla rete di Pampaloni, ma il 3-1 finale condannò quel goal a fare da classico goal della bandiera.

A segno per la Juventus, in quell’occasione, un certo Vojak che avrebbe fatto la fortuna del Napoli negli anni successivi. Ma ciò che accadde al ritorno, in quel Maggio 1929, inaugurò la serie delle grandi imprese napoletane, quelle che ti riconciliano con l’idea di miracolo e ti fanno gustare le facce degli avversari in campo e degli amici juventini fuori dal campo.

Quell’impresa, di cui vi stiamo per rivelare la portata, fu condotta da una squadra che a fine campionato si piazzò in un’umile metà classifica, al cospetto di una Juve che insidiò fino all’ultimo il primato ad un inarrivabile Bologna. Con 29 punti finali, comunque, il Napoli diede prova di essersi ormai abituato al clima della Serie A, respirandolo senza troppi timori reverenziali.

Era il 19 Maggio del 1929. Il Napoli era reduce da una roboante vittoria contro la Reggiana. Nel 6-2 che aveva polverizzato i romagnoli 5 gol furono realizzati da Attila Sallustro, il primo bomber di Napoli, ed un gol da Carlo Buscaglia, centrocampista tuttofare, in grado di segnare 12 gol in quella stagione, pur giocando nei ruoli più disparati (persino in porta).

L’atmosfera al campo dell’Ilva, a Bagnoli, era elettrica. Migliaia di sostenitori spingevano i giocatori del Napoli oltre i loro limiti, portandoli a lottare ferocemente su ogni pallone. I risultati cominciarono a vedersi: alla fine del primo tempo la porta del Napoli era rimasta inviolata. Segno che la grande Juventus non era riuscita a sfondare la rocciosa squadra allenata da Terribile.

E’ vero, la Juventus non poteva disporre dell’intero organico, e le mancavano tre titolari del calibro di Rosetta, Munerati, Cevenini (e chi sarebbero? Autentici pilastri, ai tempi). Ma il Napoli seppe comunque imbrigliare la squadra di Aitken (allenatore Juventus) contrapponendo al maggiore spessore tecnico di gente come Combi, Ferrero, Caligaris, Barale, Varglien, Della Valle, Finazzi, Vojak, Sanero, Borgo e Crotti, un volontà di ferro e una caparbietà tipica partenopea.

Comincia il secondo tempo, sulla falsariga del primo. Al quarto d’ora Sallustro si invola sulla fascia. Imprendibile si accentra, facendo fuori con un dribbling e una finta di corpo Della Valle e Calligaris. Si libera del pallone cedendolo ad Innocenti, rimasto senza marcature, il quale gioca di sponda per l’accorrente Buscaglia, che penetra all’interno dell’area e lascia partire un missile terra-aria imprendibile persino per un portierone come Combi.

La palla si insacca in rete. Lo stadio per un attimo ammutolisce, e immediatamente dopo esplode in un urlo liberatorio. Non sono ancora maturi i tempi per cantare l’inno del Napoli, Oj Vita, oj Vita Mia, ma migliaia di persone che urlano Napoli moltiplicano le energie dei calciatori. Il resto della partita sarà una lotta tremenda per evitare il pareggio, che non arriverà.

Il risultato finale è scolpito in quell’ 1 – 0 che è anche la prima vittoria del Napoli sulla Juventus. Ne sono seguite altre, non quante i tifosi napoletani avrebbero sperato, ma tante anche insperate. Quest’anno, tra campionato e coppa Italia, le sfide sono state 4: due vittorie per la Juventus, un pareggio, ed una vittoria del Napoli, inutile perchè non è bastata a garantirgli il passaggio del turno in Coppa Italia.

Ma negli anni passati ricordiamo ancora i tempi del trio delle meraviglie Cavani Lavezzi Hamsik. La vittoria per 2-3 in una gara combattutissima del 2009, la tripletta del Matador nel 3-0 che stese Conte e la sua Juventus dei records, la vittoria per 2-0 nel 2012 che riportò a Napoli la coppa Italia, quella prodezza balistica di Maradona dell’85, che sullo 0-0 si inventò una punizione a due in area che ha fatto la storia della parabola.