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Bradisismo nei Campi Flegrei, studio INGV rivela nuovi aspetti

Un nuovo studio sul bradisismo nei Campi Flegrei è stato pubblicato su Geophysical Research Letters. Condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dalle sezioni di Bologna e Napoli, l’analisi ha svelato nuove prospettive per comprendere in modo preciso segnali di una possibile eruzione.

Bradisismo nei Campi Flegrei, studio INGV rivela nuovi aspetti

Come ha spiegato Lucia Zaccarelli, ricercatrice INGV della sezione di Bologna all’Adnkronos: “Con il nostro studio abbiamo buone prospettive di capire meglio i segnali di una nuova eruzione. L’attività dei Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni bradisismici connotati da un lento e progressivo abbassamento del terreno, intervallato da più veloci innalzamenti, questi ultimi accompagnati da sciami sismici di bassa energia“.

Lo studio ha rivelato nuovi scenari, è stato osservato alla base dei cambiamenti di velocità sismica, che ci sono nei Campi Flegrei, un movimento magmatico in profondità lento e un riscaldamento del sistema idrotermale costante. Sebbene, come ha ribadito la ricercatrice, non sia stata registrata alcuna attività sismica slegata dal breve movimento del suolo, il loro team ha deciso di monitorare i Campi Flegrei attraverso il rumore sismico, ovvero:
Le oscillazioni del terreno causate dalle onde oceaniche che si registrano sempre e ovunque, un monitoraggio che ha evidenziato a presenza di variazioni di velocità sismica nel periodo antecedente l’occorrenza delle eruzioni”.

LA RICOSTRUZIONE DELL’ERUZIONE DEI CAMPI FLEGREI

I Campi Flegrei sono monitorati costantemente dal 2012 e hanno un livello di allerta gialla, che equivale ad un’attenzione sul territorio. Lo studio condotto dalle due sezioni dell’INGV, per ora, non è legato alle attività della Protezione Civile, ma ha comunque una grande importanza a livello scientifico. Come ha ribadito Zaccarelli:
I risultati ottenuti hanno permesso di identificare due tipi di variazioni significative: una di breve durata e la seconda, invece, di lungo termine che caratterizza tutti i 5 anni analizzati (2010-2014). Attraverso il confronto con le serie temporali dei parametri geofisici e geochimici rilevati costantemente ai Campi Flegrei, siamo riusciti a interpretare queste variazioni in termini di un movimento magmatico profondo e di un progressivo ma costante riscaldamento del sistema idrotermale, rispettivamente“.
Ed è, dunque, un importante monitoraggio di una zona, il cui bradisismo preoccupa la popolazione circostante. Basti pensare che ci troviamo dinanzi a un vulcano tra i più rischiosi del mondo per il tipo di eruzione, che potrebbe avere e per la densità demografica che lo circonda.