Voce di Napoli | Navigazione

Cosa significa l’antico detto napoletano “Scarte frúscio e ppiglie primera”?

Impossibile che ad un napoletano doc, almeno una volta nella vita, non sia mai capitato di pronunciare questo antico detto: “Scarte frúscio e piglie primera!“. Si tratta di un’affermazione mordace, pungente che, per essere più chiara alle orecchie di chi mastica poco uno dei dialetti più belli d’Italia, dovrebbe addizionarsi di un non trasformandosi, per l’appunto, in “Scarte frúscio e nun piglie primera!” Eppure, nella variazione ( seppur giusta ) andrebbe perso quel tocco di malevola soddisfazione tipica, a volte, della cultura napoletana. Cosa significa veramente questa espressione?

Per capirlo dobbiamo obbligatoriamente riferirci alle due parole principe di detta affermazione, vale a dire: il frúscio e la primera. Una volta affrontata la spinosa questione, potremmo capire appieno la portata di questo antico detto. Per iniziare chiariamo che entrambi i termini si riferiscono ad un gioco d’azzardo chiamato appunto ‘primiera’, molto probabilmente nato intorno alla fine del 1400, che veniva e che, tuttora, viene eseguito con un mazzo di 40 carte. Le regole del gioco sono chiare e piuttosto semplici. Si comincia mettendo la posta in gioco in un contenitore o in un piatto comune. Questo da il diritto ad ogni giocatore di ricevere 4 carte.

Vince chi realizza una delle tre combinazioni previste, ovviamente ha la precedenza quella col punteggio più alto e sono le seguenti: la primiera che è composta da 4 carte di semi diversi (quella che da diritto a tutti gli effetti alla vittoria), la 55 che si può realizzare con 4 sette (21 punti), 4 sei (18 punti) ed infine 4 assi (16 punti) ovviamente dello stesso seme. E poi c’è il frúscio che si effettua con 4 carte tutto dello stesso seme. Se due o più giocatori dovessero avere in mano la stessa combinazione, vince chi possiede quella con il punteggio più alto (i cinque valgono 15 punti, i quattro 14 punti, i tre 13 punti, i due 12 punti, e le figure 10 punti).

E se per sfortuna si dovesse verificare un altro caso di parità, si porta a casa la vittoria chi ha il seme più ‘potente’. Al primo posto ci sono le Coppe, a seguire i Denari, i Bastoni e, poi, infine le Spade. Non va dimenticato che si tratta pur sempre di un gioco d’azzardo, quindi i partecipanti faranno di tutto pur di vincere anche ‘rischiare’ di restare in mano con un nulla di fatto. Potrebbe, quindi, anche capitare di scartare il fruscio, una combinazione secondaria che comunque dà diritto ad una vincita pur di agguantare la rischiosa e difficilissima primiera.

Dopo la spiegazione esaustiva del gioco a cui l’antico detto si riferisce, tutti, anche coloro i quali non hanno avuto la fortuna di nascere a Napoli, saranno in grado di afferrare il significato dell’antico detto “Scarte frúscio e ppiglie primera!” che, il più delle volte, viene pronunciato dai partenopei con ostile e rancorosa soddisfazione quando gli altri incappano in disgrazie che avrebbero potuto tranquillamente evitarsi scegliendo il certo per l’incerto. Insomma prediligere quindi una primiera non sicura ad un frùscio certo dà diritto ai napoletani di prendendosi gioco di colui il quale consapevolmente ha deciso di peggiorare la sua situazione, cadendo di fatto dalla padella nella brace.