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Napoli, 13enne abusato dal professore di religione. I residenti: “Tutti sanno ma nessuno parla”

Violentato a 13 anni dal suo professore di religione, un sacerdote, in una scuola media di Ponticelli, quartiere alla periferia orientale di Napoli.

E’ l’agghiacciante storia di Diego (nome di fantasia), oggi 40enne, che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli ’90 avrebbe subito le ‘attenzioni’ moleste di padre S, insegnate di religione nella scuola media Borsi 2 di Ponticelli. Oltre 25 anni dopo l’uomo ha chiesto un risarcimento alla Curia di Napoli non potendo rivolgersi al Tribunale perché il fatto è andato in prescrizione.

Di tutta risposta la Curia di Napoli, guidata dal Cardinale Crescenzio Sepe, avrebbe stabilito per lui un risarcimento di soli 250 euro per la violenza subita in passato. Una cifra considerata irrisoria dall’uomo che ha iniziato, in segno di protesta, lo sciopero della fame nel gennaio 2016, appoggiato dal suo legale Sergio Cavaliere e da Francesco Zanardi, presidente della rete abuso. Prima di inviare una lettere a Papa Francesco, lo scorso novembre, dove accusava lo stesso cardinale Sepe di aver coperto il sacerdote.

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Tutto comincia all’improvviso sette anni fa, quando Diego prova un dolore fortissimo al ventre. “Mi mancava il fiato, mi sentivo morire”, racconta. E Diego attraverso quella frattura vede un capitolo del suo passato che aveva completamente rimosso: “È riemersa la violenza. Avevo 13 anni – ha raccontato a Il Fatto Quotidiano -, il mio professore di religione era don S., un sacerdote molto stimato. Io venivo da una famiglia religiosissima, mio padre quando andavamo in vacanza ci portava a visitare i santuari. Così quando il sacerdote mi ha detto se volevo andare a pranzo da lui a me è sembrato un onore. Non avrei mai immaginato quello che è successo dopo”. Il racconto ricorda quello di tanti altri bambini: il prete che si siede sul letto, che gli chiede di mettersi vicino a lui. Che poi lo bacia, gli fa violenza approfittando di quello stato di sottomissione e vergogna.

A Ponticelli, padre S. era molto conosciuto. “Era alto, snello, sempre in completo scuro”, racconta a Il Mattino Adriana, titolare della Pasticceria La Rocca. “Mi colpivano i suoi occhiali: una vistosa montatura dorata, tutta luccicante”. “Era il mio professore di religione alle medie», racconta Michele, oggi poco più che quarantenne. «Tre di noi lo hanno avuto come insegnante. Siamo otto fratelli. Ma a noi non ha mai torto un capello, mai una parola di troppo”. “Ero un suo chierichetto”, spiega invece un’altra persona prima di confermare le accuse di Diego. “Quel prete invitava i ragazzi a casa sua. È tutto vero quello che scrivono, è vero quello che ha fatto. Diego lo hanno fatto passare per pazzo. Ma io lo conosco da quand’era bambino. E se ora è pazzo c’è stato qualcuno che lo ha fatto impazzire”. “Qui lo sanno tutti che cosa è successo, ma molti fanno finta di non sapere” spiega un’altra donna.