Francesco Merola, dopo aver esordito nel ruolo dello ‘zappatore’, celebre personaggio interpretato da suo padre Mario Merola, ha parlato della loro vita artistica insieme.
Francesco si è raccontato in una lunga intervista a Il Roma, dove ha svelato i dettagli su cosa vuol dire essere figlio d’arte: “Essere suo figlio significa mangiare pane e musica, pane e teatro già da bambino. Fin da piccolissimo avevo in casa grandi artisti amici di mio padre, che ora sono venuti a guardare il mio spettacolo e a complimentarsi. È ancora vivo in me il ricordo dell’entusiasmo che mio padre impiegò durante tutta la sua carriera che è stata una lunga avventura e lo spirito che animò ogni singolo lavoro e che coinvolgeva me e la mia famiglia. Dopo la scomparsa di papa non volevo più cantare, poi lui mi apparì in un sogno dicendomi: “France’, ma che fai? Tu devi cantare”. Ho cercato più possibile di essere Francesco, è impossibile replicare mio padre. E devo dire che il risultato mi ha molto soddisfatto”.
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Poi ha aggiunto: “È la prima volta che mi cimento nel ruolo dello Zappatore, personaggio che diede tanta fama a mio padre. Lui mi diceva sempre ‘France, tu sei l’unico che può portare avanti il mio nome ed il mio lavoro’”. Infine l’intervento su Napoli: “Ce l’hai nel sangue, cosi come le radici familiari: la voce, le movenze, il temperamento è quello dei Merola. E nel Dna. Siamo figli del Vesuvio, ognuno è legato alla propria città e io spero di rappresentare e difendere la mia al meglio”.