Secondo quanto riportato dall’Agenzia Nazionale per la Sanità, è a Napoli l’ospedale dove ci sono i tempi di attesa minori di tutta Italia: si parla del Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono.
Il primato è certificato dal sistema che monitora tutte le attività degli ospedali italiani. Solo lo 0.1% dei pazienti viene trattenuto per oltre 24 ore prima di essere visitato. Tra 35 ospedali italiani è risultato il migliore. Secondo l’AGENAS solo tre ospedali italiani registrano oltre 100.000 accessi all’anno in Pronto Soccorso e tra questi c’è proprio la struttura pediatrica. Come si legge sul mattino.it, Anna Maria Minucucci ha detto: “Il Santobono-Pausilipon ha peculiarità che sono uniche in Italia. Da un lato si qualifica per la complessità dei casi trattati, per le competenze e le tecnologie di cui è dotato. Dall’altro è un importante punto di riferimento per la gestione dell’emergenza, tanto da essere l’unico ospedale pediatrico tra le 35 strutture italiane che fanno registrare più di 60.000 accessi l’anno”.
Questa eccellenza ed efficienza si è raggiunta nella struttura grazie all’organizzazione interna in percorsi specialistici che consente di ottimizzare i tempi per la cura dei pazienti. Una volta entrato il piccolo viene valutato da personale infermieristico specializzato che assegna in base alla patologia un codice e reindirizza il bambino all’area di riferimento. Così si arriva presto dallo specialista e si evitano inutili attese o trasferimenti. Inoltre, nei giorni festivi nel Pronto Soccorso viene attivato un ambulatorio per codici bianchi e viene anche potenziato il personale in servizio. Così facendo le richieste vengono scaricate dai reparti permettendo di avere ottime valutazioni direttamente in PS. I tempi di attesa quindi sono ridotti, ottenendo un risultato dell’8% dei ricoveri sul totale degli accessi, contro la media di tutti gli altri ospedali nazionali che si attestano al 13%.
L’azienda pediatrica è la più grande del Mezzogiorno, il Responsabile del Pronto Soccorso, Vincenzo Tipo, ha annunciato: “Il numero degli accessi del 2016 è lievemente inferiore a quelli dell’anno precedente ma il dato è correlabile anche all’assenza di due fenomeni epidemici che si verificarono nel 2015. In quell’anno, infatti, registrammo un elevato numero di casi di bronchioliti virali a febbraio e una forte diffusione di gastroenteriti virali in estate. Sulla base della nostra esperienza e delle evidenze scientifiche, queste epidemie particolari hanno un andamento ciclico di circa 3 o 4 anni. È per questo che, a meno di anomalie, ci aspettiamo un 2017 in cui non dovremmo avere delle simili epidemie, fatta esclusione per quelle relative alle solite patologie stagionali.”