Una lenta ripresa economica che blocca il trend positivo dei primi tre trimestri del 2015 ed un’occupazione in aumento. Questi i due dati fondamentali che emergono dal report della Banca d’Italia sulla regione Campania.
Una crescita economica in frenata ma un’occupazione in aumento. La Banca d’Italia ha presentato il Rapporto sulla stato dell’economia regionale, durante un seminario che si è svolto a Napoli, ieri mercoledì 16 novembre.
Secondo le indagini della Banca d’Italia, rivolte a un campione di imprese campane con almeno 20 addetti, l’incidenza delle aziende il cui fatturato è aumentato si è ridotta rispetto al corrispondente periodo del 2015 e sono calati gli investimenti. Le aspettative delle imprese rimangono tuttavia ancora favorevoli e la redditività attesa per il 2016 è in lieve miglioramento.
Le esportazioni a valori correnti, dopo la sostenuta espansione del 2015, sono rimaste sostanzialmente invariate nel primo semestre del 2016. La decelerazione ha risentito della debole domanda mondiale e dell’andamento sfavorevole di alcuni comparti, in particolare quelli navale e aerospaziale, i cui cicli di produzione riflettono meno strettamente la dinamica congiunturale. Al rallentamento hanno contribuito anche fattori di prezzo. Le esportazioni del comparto della trasformazione alimentare, circa un quarto del totale, pur continuando a crescere in volume, si sono ridotte in valore, dopo la forte espansione del 2015.
L’occupazione è aumentata in regione. Essa è tornata a crescere nell’industria in senso stretto nel secondo trimestre del 2016, dopo gli ampi cali registrati nei quattro trimestri precedenti. È rimasta relativamente sostenuta la dinamica nel settore terziario. Tali andamenti hanno largamente compensato la contrazione registrata nel settore delle costruzioni, dove l’occupazione era aumentata nel 2015, e in quello primario. Il tasso di disoccupazione, ancora elevato, è lievemente calato ed è aumentato il tasso di attività. Tra gli inattivi si è nel contempo ridotto il numero di persone che non cercano lavoro, pur dichiarandosi disponibili ad accettarne uno (c.d. “scoraggiati”). L’incidenza sul totale delle forze di lavoro rimane tuttavia nettamente più elevata rispetto alla media nazionale.
Il credito alle imprese concesso da banche e società finanziarie ha continuato a crescere lentamente, riflettendo una domanda ancora contenuta e una rischiosità dei prestiti che permane elevata, specie per le società di costruzioni. I finanziamenti concessi alle famiglie finalizzati all’acquisto di abitazioni hanno accelerato, in linea con la crescita delle transazioni immobiliari. Ha continuato a espandersi anche il credito al consumo.