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Napoli: aperta indagine sulla movida di Chiaia

La movida di Chiaia è nei guai. Per la prima volta i carabinieri hanno deciso di aprire un’indagine ad ampio raggio, che coinvolge alcuni locali della zona centrale della città. Gli uomini dell’Arma hanno scelto di verificare che tutti i bar rispettino le regole e siano in possesso dei permessi specifici per svolgere le loro attività commerciali.

Napoli: aperta indagine sulla movida di Chiaia

I carabinieri due giorni fa hanno richiesto agli uffici di Palazzo San Giacomo, come si legge dal quotidiano La Repubblica: “L’elenco delle attività di somministrazione di alimenti e bevande nei locali a cui è stata concessa l’autorizzazione all’impatto acustico“.

Le indagini riguarderanno i locali delle zone di vicoletto Belledonne, via Ferrigni, via Bisignano. Per ora, i carabinieri procederanno con alcuni accertamenti, non c’è nessun indagato in particolare. Ma nel corso degli anni la magistratura ha ricevuto diverse segnalazioni da parte dei comitati cittadini per disturbo della quiete pubblica. Questa volta, però, le indagini cercheranno di accertare anche le responsabilità.

Questo perché uno dei sette comitati cittadini della zona, “Chiaia Viva & Vivibile” a gennaio inviarono una notifica al Sindaco, al Prefetto, al Questore, al Comandante dei Vigili del Fuoco e al Procuratore della Repubblica. Si chiedeva, infatti, di indagare sulla “Grave e colpevole inerzia dei pubblici amministratori responsabili“, si tratterebbe di omissione di atti d’ufficio.

E’ il Comune di Napoli che si occupa dell’inizio delle attività. E sono gli uffici amministrativi a ricevere le comunicazioni e dovrebbe essere loro obbligo verificare che sia rispettato, quanto dichiarato. Stesso discorso vale per l’occupazione del suolo pubblico. In molti ritengono che i bar non rispettino le regole e nonostante ciò non siano state revocate le autorizzazioni. I comitati cittadini, inoltre, reclamano lo scarso risultato delle numerose segnalazioni alle forze dell’ordine. Intanto 2 bar hanno ricevuto una sanzione per occupazione abusiva del suolo pubblico e altri 2 perché non erano provvisti dei permessi necessari per trasmettere musica.