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Carla Caiazzo piange per Sara, la ragazza bruciata viva a Roma

Carla Caiazzo ha rivissuto quei tragici momenti mentre il suo ex compagno le dava fuoco. Ha rivissuto quella ferocia inaudita che le ha distrutto la vita. Quando Carla ha saputo la storia di Sara, la 22enne bruciata viva dal suo fidanzato in una strada del quartiere Magliana a Roma, non è riuscita a trattenersi.

La storia è diversa, l’epilogo per le due donne non è stato lo stesso. La povera ragazza romana non è stata salvata da nessuno. Carla Caiazzo, invece, il giorno che il suo ex la bruciò viva, ebbe la forza di gridare per salvare la sua bambina. Da quel giorno per lei è cominciato un calvario, che ancora oggi non è finito. Quando Carla ha saputo quello che era accaduto a Sara, non ce l’ha fatta, è scoppiata a piangere, i medici dell’ospedale Cardarelli hanno dovuto sedarla. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, è stata troppo forte l’emozione:

“Ancora. È successo ancora. Non è possibile che nessuno riesca a fermare questi bastardi. Lei è morta, il mio assassino mi ha uccisa lasciandomi viva. E non so cosa è peggio. Chiamate la mamma della povera Sara. Ci voglio parlare”.

Il dolore di Carla Caiazzo è diventato ancora più forte, quando ha scoperto che mentre Sara moriva nella macchina in fiamme, due automobili sono passate da lì e nessuno ha fatto niente, nessuno si è fermato:

“Quella povera ragazza ha perso la vita, era così bella. Danzava, studiava. Come è possibile che non l’hanno aiutata? Perchè quei due automobilisti non si sono fermati. Riusciranno a dormire per quel che potevano fare e non hanno fatto?”.

Carla Caiazzo ha deciso che la sua deve essere una missione, che vuole parlare di quello che le è successo a quante più persone possibili. Il suo desiderio è che tutte le donne maltrattate aprano gli occhi, perché simili violenze non si ripetano. Per questo, quando ha saputo che Sara a soli 22 anni è stata bruciata viva, non è riuscita a trattenere le lacrime:

“Perchè dopo che se ne è parlato, poi la gente dimentica. Invece le donne non dovrebbero mai dimenticare. E non dovrebbero avere paura. Sara è stata uccisa dall’ex fidanzato, ma lui così come anche il papà di mia figlia, prima di arrivare a tanto, qualche piccolo segnale l’aveva dato. Ecco, non bisogna avere paura di denunciare anche l’episodio più insignificante. Purtroppo ho imparato a mie spese che non sappiamo mai chi abbiamo di fronte”.