Si è tenuto oggi presso il Tribunale di Napoli Nord ad Aversa l’incidente probatorio delle figliastre di Raimondo Caputo, accusato di aver violentato e ucciso Fortuna Loffredo. Sono state ascoltate le due bambine di 4 e 5 anni, che potrebbero essere state anche loro, vittime di molestie da parte del patrigno.
Le due bambine, assieme alla sorella, sono state allontanate dalla madre, Marianna Fabozzi circa un anno fa. La donna si trova anche lei in carcere accusata di non aver denunciato i reati sessuali del compagno, Raimondo Caputo, nei confronti delle figlie. All’esterno del Tribunale di Aversa erano presenti anche i familiari di Fortuna Loffredo. Per due ore e mezzo le piccole testimoni hanno risposto alle domande di magistrati e avvocati e, secondo alcune indiscrezioni, avrebbero confermato le violenze subite.
Secondo Domenica Guardato, come riporta il quotidiano La Repubblica, le bambine avrebbero ancora molto da raccontare: “Per me le bambine che oggi verranno ascoltate nascondono ancora tanti segreti”. La donna accusando Marianna Fabozzi, ha detto: “Non la perdonerò mai lei ha ancora le sue figlie. La mia invece me l’hanno uccisa. Avrei preferito un milione di volte averla sulla sedia a rotelle. Invece sono costretta a portarle fiori sulla tomba”.
La voglia di giustizia è la stessa del padre della piccola Fortuna, Pietro Loffredo: “Voglio che quello che è capitato a Fortuna non capiti a nessun altro bambino”. Le indagini per la morte di Fortuna Loffredo, infatti, hanno scoperto un giro di pedofilia all’interno del Parco Verde. Più bambini potrebbero essere stati abusati sessualmente.
Per questo motivo l’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia di Fortuna Loffredo, dovrà incontrare il Sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiaravoli. L’obiettivo è quello di avere nel più breve tempo possibile un intervento del Governo per la gravosa situazione in cui versa il Parco Verde di Caivano. In quell’occasione il legale napoletano presenterà un dossier su tutto quello che è accaduto nel complesso residenziale, sottolineando i pericoli in cui potrebbero incorrere altri minori.