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Torre Annunziata: lo stravagante cartello antiprostituzione

Se il sindaco Luigi De Magistris ha sempre esternato la volontà di aprire una “zona cuscinetto” nella città partenopea, ovvero: “una zona a luci rosse dove accogliere le prostitute e controllarle con finalità di recupero e reinserimento“, in altri comuni di Napoli, come quello di Torre Annunziata, parte un nuovo divieto.

L’Italia è sempre disponibile a questo tipo di restrizioni e per questo agli occhi del resto dell’Europa siamo visti come un popolo un po’ bigotto. Infatti l’eccezione che conferma la regola è un’iniziativa che proviene da un comune ai piedi del Vesuvio, il quale ha deciso di lanciare un cartello segnaletico “sopra le righe”.

 

In questa zona è da anni che si cerca di combattere il “fenomeno” della prostituzione, ma senza successo, e improvvisamente dal nulla compare un “divieto” alquanto esplicito: precisamente in via San’Antonio, quella strada a confine con Pompei dove per anni atti sindacali, pattuglie della polizia, carabinieri, guardia di finanza e altri corpi delle forze dell’ordine hanno tentato di debellare la prostituzione.

Una spiegazione in realtà c’è: il sindaco Giosuè Starita nel 2015 firmò un’ordinanza antiprostituzione che prevedeva un’ammenda di 516 euro sia per le prostitute che per i clienti colti in flagranza di reato. Tuttavia il provvedimento firmato dal primo cittadino di Torre Annunziata non giustifica la comparsa del cartello anti-lucciole davanti al distributore di benzina della via Provinciale Sant’Antonio.

Probabilmente l’idea è venuta ad un cittadino che ha scelto di apporre sul palo di un lampione il divieto stravagante. Forse irretito dal movimento di quella zona ha deciso di prendere un’iniziativa personale per cercare di arginare il via vai di prostitute e mercenari.