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Castel Maschio Angioino: leggenda della fossa del coccodrillo

Il Castel Maschio Angioino si trova nel cuore di Napoli, è famoso per la sua bellezza ma anche per le leggende che si raccontano. La sua imponenza sovrasta Piazza Municipio e il porto della città. Conosciuto anche con il nome di Castel Nuovo, fu costruito per volontà di Carlo D’Angiò tra il XIII e il XV secolo. Creato per essere una solida fortezza, la sua posizione a ridosso del mare lo rendeva il luogo ideale da cui anticipare possibili attacchi.

Come spesso accade per i luoghi storici di Napoli, anche sul Castel Maschio Angioino sono nate molte storie. Una delle più famose è sicuramente la leggenda del coccodrillo. Ancora più curioso però è scoprire le dicerie che si sono tramandate fino ad arrivare al racconto del terribile alligatore, che nuotava nella fossa sottostante al castello, quella che si può intravedere oggi, affacciandosi dalla recinzione della costruzione.

Castel Maschio Angioino: la storia delle due regine D’Angiò e gli amanti segreti

Si racconta che questa splendida dimora sia stata prima di tutto un luogo, dove si sono susseguite due regine di Napoli omonime Giovanna I D’Angiò e Giovanna II D’Angiò, le cui gesta sono state spesso erroneamente confuse. In realtà sembrerebbe che entrambe fossero dedite a rapporti poco pudici con amanti giovani e belli e che allo stesso tempo fossero crudeli e spietate.

E con Giovanna II D’Angiò, però, che il castel Maschio Angioino di Napoli s’infittisce di più cupi misteri, che lo rendono un luogo dove nascono diverse leggende napoletane. Si narra che la donna, regina dal 1414 al 1435, dopo che incontrava gli amanti nella sua camera da letto privata, li gettava in un pozzo, grazie ad una botola segreta, che partiva proprio dalla sua abitazione. Assicurandosi in questo modo, che i giovani, della cui compagnia beneficiava per poco, sparissero dalla sua vita.

Sembrerebbe che per puro divertimento Giovanna D’Angiò II si dilettava a far compiere atroci omicidi all’interno del Castel Maschio Angioino. Dalle storie tramandate, le due regine si unirono in una terza, mai esistita, nota con il nome di Messalina, che racchiudeva i difetti peggiori di entrambe, un personaggio spietato e assetato di passione. Fin qui, quindi, si è tramandata la leggenda di una botola segreta, attraverso cui sparivano amanti fastidiosi.

Le storie del Castel Maschio Angioino, conosciuto anche con il nome di Castel Nuovo, non finiscono qui. A essere famosa è soprattutto la leggenda del coccodrillo, che trae origine dai luoghi più misteriosi del castello, le antiche prigioni. All’interno del castello se ne trovano due: la fossa del coccodrillo e la prigione dei Baroni. La prima è conosciuta anche con il nome di Fossa del Miglio, poiché gli Aragonesi la utilizzavano per conservare il grano.

Si racconta che in quel luogo, conosciuto con il nome di fossa del coccodrillo, fossero rinchiusi i prigionieri e che, con il tempo, questi iniziarono a scomparire. Così si decise di scoprire per quale motivo quegli uomini sparissero dal Castel Maschio Angiono e di loro non ci fosse più traccia. Si scoprì che, al di sotto del livello dell’acqua, c’era un apertura dal quale entrava un coccodrillo, che catturava le prede e le portava in mare.

La leggenda dice che i sovrani, dopo essersi resi conto della presenza del coccodrillo, cominciarono a gettare tutti i prigionieri, che volevano segretamente uccidere. Quando la bestia non aveva più alcuna utilità, fu catturata grazie a un’esca, fu impagliata e esposta in una porta del Castel Nuovo.

Quando nel 2004 si effettuarono al Castel Maschio Angioino di Napoli alcuni scavi, si ritrovarono resti di una carcassa animale e si pensò subito che si trattasse del coccodrillo. In realtà, come in molte leggende napoletane, le prove della loro esistenza non esistono. Quelle ossa appartenevano a una mucca. Resta però un’antica storia che narra dell’esistenza di una fossa del coccodrillo, dove oggi si tiene il mercato dei fiori, che è raccontata ancora oggi.