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La papaccella napoletana: storia del famoso peperone

La papaccella napoletana è un peperone che è coltivato nel territorio vesuviano, principalmente nel comune di Brusciano. La sua prima apparizione nelle terre campane risale a moltissimi anni fa. La particolarità di quest’ortaggio, che lo rende tanto conosciuto e apprezzato, è il suo sapore dolce. Anche la forma è diversa, infatti, la sua caratteristica è che è riccia e schiacciata ed è leggermente più piccola rispetto al peperone tradizionale.

La papaccella napoletana è famosa anche per i suoi colori vivi. Ci sono, infatti, diverse varianti di questo peperone, esistono di colore giallo intenso, rosso fuoco, verde acceso e una tonalità tendente al vinato. Vederle esposte al mercato, è un vero e proprio spettacolo. Questo peperone napoletano veniva coltivato a fianco dell’orto in cui si produceva l’aceto, chiamato “parule”. Il “ciutanaro”, invece, era la persona che si occupava di preparare le conserve mettendo la papacella sotto aceto in una botte di legno, nota con il nome di “rancellone”.

Papaccella napoletana: il peperone dai colori accesi è anche presidio slow food

La papaccella napoletana è riconosciuta come prodotto agroalimentare tipico campano. È un peperone che si semina a fine febbraio e la sua raccolta inizia a luglio per finire verso ottobre, con l’arrivo dei primi freddi. Anni fa è divenuta anche presidio slow food e pare che quest’ortaggio sia talmente richiesto, che i produttori non riescano a soddisfare la domanda. La coltivazione di questo peperone è strutturata per file, ognuna di un colore diverso, con una distanza tra loro di 40 cm.

Il comune della zona vesuviana dove si trovano le maggiori coltivazioni della papaccella napoletana è Brusciano. Una zona, il cui terreno argilloso e dunque ricco d’acqua, è ideale per la seminazione dell’ortaggio. La particolarità di questo peperone è che non si spellecchia ed è più digeribile rispetto a quello tradizionale. Il suo sapore dolce, inoltre, lo rende poco piccante al palato.

Sull’origine del nome ci sono diverse ipotesi. Una prima, la maggiormente accertata, farebbe risalire il nome papaccella dal latino, dalla parola “pipiricellam”. Esiste, però, anche una diceria che farebbe risalire il nome al cognome di una famiglia campana che coltivava quest’ortaggio i Papaccia. Qualunque sia l’origine della sua definizione, è certo che con questo peperone si possono preparare moltissime ricette.

La papaccella napoletana è famosa nella sua versione sotto aceto, che la rende disponibile tutto l’anno. Ci sono poi “le papaccelle ‘mbuttunate” che sono una variante della ricetta dei peperoni imbottiti napoletani. Sono anche molto utilizzate nella famosa “‘a ‘nzalata ‘e rinforzo”, piatto tipico del periodo natalizio. Una curiosità riguarda un modo di dire napoletano, che trae origine proprio dalla forma di questo peperone: “o naso a papaccella”, usato per riferirsi a una persona con il naso rosso.

La papaccella napoletana fa parte dei prodotti slow food e va a ruba in tutti i mercati partenopei. Nelle zone dell’Italia centrale questo peperone è noto con il nome di “chiacchiera” o “chiochiera”, varianti che però non avranno mai il sapore della nostra “a papaccella”.

RICETTA PAPACCELLA NAPOLETANA RIPIENA

Ingredienti (per 8 papaccelle)

  • 6 filetti di acciuga
  • 100 gr di tonno sott’olio
  • manciata abbondante di capperi
  • 10 pomodorini rossi
  • 1 puntina di aglio
  • prezzemolo
  • basilico
  • pinoli
  • pane grattugiato
  • sale e pepe
  • olio extravergine di oliva

Procedimento

Pulire bene le papiccelle, svuotandole dai loro semi e dividendole in due, dopo fatele bollire per all’incirca dieci minuti. Una volta scolatie lasciate che si raffreddino e intanto dedicatevi all’imbottitura. Le acciughe devono essere tritate bene, poi bisogna aggiungere i capperi spezzettati, il tonno e i pomodorini, tagliati in piccoli pezzi. Dopo si può mettere una puntina di aglio, prezzemolo, basilico e pinoli, tutto sempre tritato in modo finissimo. Aggiungete sale e pepe a seconda dei vostri gusti e poi amalgamate tutto con pangrattato e olio extravergine di oliva. Il preparato è pronto per imbottire le pappiccelle, prima se lo si desidera si possono abbrustolire i peperoni sulla brace. Dopo aver proceduto con l’imbottitura si può decidere di cuocerli o sulla brace o nel forno.