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Armando Diaz: storia e curiosità del generale di Napoli

A Napoli, in uno dei posti più noti dai cittadini e dai turisti, vi è un monumento equestre dedicato ad Armando Diaz, il generale napoletano soprannominato Duca della Vittoria, a cui si devono i successi della prima guerra mondiale. La statua di bronzo, scrutabile già dal Golfo, si trova a Via Caracciolo accanto alla rotonda nominata appunto “Rotonda Diaz” ed è alta 5 metri. Ma chi era questo generale che rese celebre la città partenopea e di cui possiamo farcene vanto?

Armando Diaz: la sua carriera militare lo rese Duca della Vittoria

Armando Diaz nacque a Napoli nel lontano 1861 da una famiglia di origine spagnola arrivata in città con i Borbone. Iniziò la sua carriera militare con l’artiglieria salendo man mano di grado fino a collaborare con il generale e politico Cadorna e quando l’Italia entrò in guerra prese parte al Comando Supremo. Si fece valere in numerose battaglie dal 1916 e finì col sostituire Cadorna divenendo Capo dello Stato Maggiore del Regio Esercito, scelto non per essersi distinto in azioni particolarmente brillanti, ma per le sue particolari doti umane, spesso diceva:”il segreto di una guerra è l’uomo“.

Nonostante Cadorna fosse un generale validissimo l’idea della sostituzione con Diaz fu decisiva per l’esercito in quanto quest’ultimo sapeva meglio del primo alzare il morale dei soldati e motivarli in battaglia addirittura si racconta che parlasse in napoletano ai soldati provenienti dal Sud per rincuorarli nei momenti di paura e sconforto. Il re piemontese sapeva benissimo che agli uomini non bisognava trattarli come bestie e fu per questo che il Duca della Vittoria seppe incarnare meglio il suo ruolo e prese le decisioni più giuste affinché l’Italia potesse conseguire delle vittorie, tra cui quella epocale contro gli austriaci nella battaglia di Vittorio Veneto. Dopo la guerra, quando agli eroi non vennero più riconosciute glorie, si schierò con la nascente dittatura fascista e divenne Ministro della Guerra. Morì a Roma nel 1928 senza lasciare memorie.