Un altro sciopero Almaviva si sta tenendo oggi a Napoli. La situazione dei dipendenti dell’importante azienda italiana è molto critica. L’impresa, pochi giorni fa, ha comunicato che su scala nazionale ci sono 3000 esuberi, numero di personale da dimezzare, 400 dei quali saranno licenziati nella sede di Napoli. Ai dipendenti, che rischiano il loro posto di lavoro, dunque, non rimane altro da fare che manifestare, con la speranza che le istituzioni locali e nazionali ascoltino il loro grido d’aiuto.
Lo sciopero Almaviva al Centro Direzionale di Napoli, si unisce alle altre manifestazioni passate. I dipendenti del capoluogo campano, già tempo fa avevano parlato con il sindaco, Luigi De Magistris, che aveva dato loro tutto il suo appoggio. Sostegno che anche le istituzioni nazionali hanno manifestato. I licenziamenti Almaviva, però, sono frutto di una sfrenata delocalizzazione che sta avvenendo da parte di tutti i call center italiani. L’assenza di una specifica legge, che regolamenti questa pratica, tacitamente permette che molte imprese spostino all’estero i loro uffici, dove i costi sono più bassi.
Sciopero Almaviva, i dipendenti di Napoli chiedono giustizia sotto l’edificio del Consiglio Regionale
Quello di oggi non è il primo sciopero Almaviva a cui si sta assistendo negli ultimi tempi. Le manifestazioni sono avvenute anche nelle altre due città colpite dai licenziamenti, Roma e Palermo. I dipendenti di Napoli, tra l’altro, protestano anche perché i licenziamenti Almaviva avrebbero dovuto colpire le sole commesse Enel, come ha spiegato giorni fa Salvatore Topo, segretario generale della Fistel Cisl, operatore che non è gestito dalla sede partenopea. Quindi, oltre il danno, ci sarebbe anche la beffa.
La sciopero Almaviva di oggi a Napoli, il cui corteo è arrivato fino al Centro Direzionale davanti al palazzo che ospita il Consiglio Regionale, vuole coinvolgere la società civile e tutte le istituzioni locali, affinché si trovi una soluzione, che non sia perdere il lavoro. L’obiettivo, infatti, anche degli scioperi delle altre due città, è che sia fatta una legge per evitare che le aziende possano liberamente de-localizzare i call center all’estero, effettuando migliaia licenziamenti negli uffici nazionali.