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David Gilmour a Pompei: il ritorno dell’ex Pink Floyd dopo 45 anni

David Gilmour Pompei. Dopo 45 anni dallo storico Live at Pompei che i Pink Floyd tennero nell’anfiteatro degli scavi archeologici più famosi del mondo, nel 1971, ritorna per un concerto che già si annuncia storico, l’ex chitarrista della band inglese nella stessa splendida location. Lo ha annunciato ieri su twitter il Ministero dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini. Il tweet è stato subito condiviso dai tanti appassionati e la notizia ha fatto il giro del web in pochi minuti.

Nel 1971 per quattro giorni David Gilmour (chitarra elettrica), Roger Waters (basso) Richard Wright (piano e tastiere) e Nick Mason (batteria), si chiusero all’interno dell’anfiteatro romano di Pompei per registrare un docu-film diretto dallo scozzese Adrian Maben che sarebbe entrato a pieno titolo nei prodotti audiovisivi più venduti di tutti i tempi. Sono storiche le dichiarazioni degli attuali sessantenni all’epoca giovani prestanti con la voglia di vedere i propri idoli suonare, che raccontano come tentassero di scavalcare per entrare negli scavi e ascoltare il concerto. Quasi tutti dicono di esserci riusciti, ma le immagini parlano chiaro: il concerto si tenne totalmente a porte chiuse. Pezzi come Echoes, One of these days e A saucerful of secrets sono rimaste nell’immaginario collettivo come le canzoni più psichedeliche della storia. All’interno di quello storico live del 1971 c’è anche una scena in cui Roger Waters fa cantare un blues ad un cane.

David Gilmour Pompei: il 7 e 8 luglio la storia della musica mondiale di nuovo nell’anfiteatro romano di Pompei

Questa volta le cose saranno diverse. Sono stati messi a disposizione 3.000 posti di cui 1.000 a sedere e 2.000 in piedi. Certo sono pochissimi per la mole di gente che vorrebbe andare a vedere David Gilmour a Pompei. La corsa ai biglietti sarà dunque spietata. Ancora non si conosce la data ufficiale in cui sarà possibile acquistare i ticket, ma siamo sicuri che finiranno in pochi minuti. La speranza è che ci sia una vendita trasparente e meno “pezzotti” possibili. I 3.000 che riusciranno a vedere il concerto sappiano solo che vederanno qualcosa di assolutamente storico e inimitabile. Non vediamo l’ora che arrivi il luglio.