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Franfellicco, l’antica caramella sfiziosa made in Naples

Immaginatevi la Napoli di metà 800, inizio 900. Tutti vestiti a festa, nobili e popolino, si scendeva in strada per passeggiare la domenica pomeriggio sul lungomare e per le vie del centro. Agli angoli delle strade qualche spettacolino di burattini e di fianco tante bancarelle per fare felici i bimbi, che strattonavano le gonne delle mamme col solo scopo di ottenere la più agognate delle belle cose: il Franfellicco, una caramella dolcissima che deliziava grandi e piccini.

L’origine di questo strano termine partenopeo deriva probabilmente dalla parola francese fanfreluche, che a sua volta deriverebbe da un termine greco “pompholyx” che significa bolle d’aria. Il franfellicco si preparava con ingredienti semplicissimi ma molto golosi: miele, zucchero e sciroppo colorato che venivano impastati a caldo e tagliati poi in bastoncini. ‘O franfelliccaro, come veniva chiamato il venditore di queste dolcezze, gridava quindi “I zucchere janche, i melle, re calle i o” (di zucchero bianco, di miele, tre calli uno) e serviva la caramella ancora calda a tutti coloro che ne facevano richiesta. Il costo? irrisorio: tutti potevano permettersi un franfellicco ed è per questo che ancora oggi è ricordato da parecchie persone.

Franfellicco napoletano: la caramelle antica che faceva impazzire i bambini

Anche in onore della recente “scomparsa” della caramella Rossana (delizia di tutti i bambini che non vedevano l’ora di andare dalle nonne per addentare la rossa dolcezza), abbiamo voluto rendere omaggio a questo bon bon della nostra tradizione. Addirittura nel 1928 lo scrittore e critico letterario napoletano Alfredo Gargiulo, celebrò il franfellicco con un componimento poetico stupendo che vi proponiamo:

Doje paparelle le zucchero,
tre o quatto sigarette le ciucculata;
nu perettiello chino d’acqua e ccèvoza,
‘cu dint’ ‘a ficusecca sceruppata.
Poi’le franfellicche: al massimo,
nu trenta franfellicche le ogni culore;
cierte so’ chine le povere,
cierte se so’ squagliate p I “o calore.
Pure pare incredibile,
Ce io ce sto riflettenno la na semmana):
ncopp’a nu bancariello e a sti tre prùbbeche,
ce campa,spisso,na famiglia sana …

Davvero affascinante!